L’allenatrice giallorossa Vera Indino è stata nostra ospite nella diretta di venerdì sera per parlare della stagione sfortunata della Women Lecce.
QUOTIDIANITA’ E SPERANZE. “Con le ragazze facciamo ogni settimana un programma di allenamenti . Ma è tutto anomalo, tutto strano. La ripresa? Purtroppo l’aspetto sanitario è importante, troppo. Sarà difficile ricominciare in tempi brevi, il calcio è uno sport di contatto e la distanza non si può mantenere. Per quanto si possa cercare di ritornare entro maggio, credo sia difficile, quasi impossibile”.
TORNEO FINITO. “Il nostro campionato è finito. Se già in A ci sono problemi a cominciare con misure difficili da mettere in pratica: ritiri blindati e assicurazione di buona salute a tutto il mondo che gravita attorno la squadra. Per i dilettanti, come B e C, è difficilissimo. Forse, solo la Serie A potrebbe riuscire ad applicare le regole”.
ATTESA. La FIGC ha sospeso i primi campionati giovanili, ed è arduo per tante calciatrici dilettanti mantenersi sul pezzo, anche se, come detto prima, il campionato corrente sembra ormai essere in archivio: “Non è facile, non tutte le ragazze hanno a disposizione degli spazi ampi. Chi come noi sta in un appartamento o in una piccola casa, ha difficoltà ad allenarsi. Ogni sabato ci riuniamo in una chat, parliamo dell’allenamento, di come è andata la settimana. La Federazione, secondo me, sta aspettando solo i termini di maggio per dare l’annuncio della chiusura ufficiale”.
NOSTALGIA. “Manca tanto la partita, lo stare insieme la domenica. Manca l’adrenalina della gara, ma manca soprattutto lo stare insieme. Fare la trasferta, incontrare avversari, ridere, piangere insieme. E’ tutto un insieme di fattori che viene a mancare”.
CALCIO FEMMINILE NEL SALENTO. Dall’Alaska Veglie, capace di vincere anche uno scudetto, alla Salento Women Soccer, il calcio in rosa non è mai mancato a queste latitudini: “Il nostro progetto parte da lontano. A ottobre saranno 20 anni di attività. L’obiettivo primario è permettere alle ragazze del territorio di praticare uno sport a livello nazionale. Da anni il calcio femminile ha ostacoli di livello culturale e strutturale. Manca una cultura sportiva nel Salento e noi cerchiamo di dare quest’opportunità portando i colori della nostra terra in giro per l’Italia. Speriamo di farlo in categorie che più ci competono, la C ci sta stretta”.
PARTNERSHIP CON L’U.S. LECCE. “L’unione è nata dall’obbligo regolamentare di avere il settore femminile per ogni squadra. L’U.S. si è affidata a questa realtà presente da anni. Il presidente si è innamorato di questa realtà, che incarna i valori dello sport che non si riescono più a trovare nel calcio moderno. L’amore è sbocciato naturalmente e ci si è trovati subito sulla stessa lunghezza d’onda. Abbiamo avuto più visibilità: tanti tifosi seguono anche noi, per il resto non ci sono differenze a parte il fatto di avere alle spalle una società solida che ci fa sentire più tranquilli rispetto al passato”.
IL CAMPIONATO SFORTUNATO. “In venti anni di calcio, prima da calciatrice e poi da allenatrice, non mi è mai capitato un campionato del genere. Tanti infortuni in successione, colpite poi tutte le ragazze arrivate quest’anno. Su quattro acquisti, dopo poche giornate abbiam perso due elementi, Colavolpe. I problemi accaduti a Emily Tirabassi e poi fino ad arrivare alla rottura del crociato del capitano Serena D’Amico, in una partita dove già avevo fatto due cambi. E’ stata una stagione costellata di infortuni seri, di calciatrici di esperienza e qualità difficili da sostituire. Ho dovuto far giocare molte ragazze del settore giovanile non avendo i cambi per affrontare il campionato. Il COVID-19 è stato poi la ciliegina sulla torta”.
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