Lecce-Benevento, le pagelle: bomber Coda e Gargiulo imprecisi, Calabresi sulle montagne russe. Bene i subentri.
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GABRIEL 5,5Piantato sulla linea di porta dal primo all’ultimo minuto di gioco, esce solo per regalare agli avversari un pallone nella ripresa nell’unica occasione in cui sarebbe dovuto restare in area. Oltre a venire lasciato di sasso dall’autogol di Calabresi, ha lo stesso atteggiamento su praticamente ogni crosso degli ospiti. Che lo graziano in almeno un paio di occasioni nel primo tempo |
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CALABRESI 6Una partita sulle montagne russe. Le imprecisioni di inizio gara, in cui è coraggioso nelle sortite ma in confusione su Improta e Masciangelo, raggiungono il grottesco con l’autopalo che precede la sfortunata deviazione del gol beneventano. Decisamente meglio a lungo andare: i tocchi sporchi palla al piede restano, l’attenzione da centrale e la grinta sono decisivi per non soffrire più |
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LUCIONI 6,5Altre volte è stato sicuramente più pulito e capace di sudare poco o nulla. Anche con il Benevento, però, esce a testa altissima con una prestazione da capitano che sa cadere, rialzarsi e scuotere la sua squadra completamente in bambola nel primo quarto di match. La ciliegina è il tunnel con incursione che dà il via all’azione del pari |
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TUIA 5,5I mesi di assenza, dal campo ma anche da quello di allenamento a pieno ritmo, si sentono tutti. Lontano parente del calciatore ammirato fino ai problemi occorsi, è in sofferenza continua su Forte e spesso è costretto a ricorrere a falli a dir poco evitabili. Riesce alla lunga, e finché ne ha, a sopperire alle difficoltà quantomeno chiudendo gli spazi per alcune delle incursioni avversarie |
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BARRECA 5,5Si sperava fosse in condizioni migliori, ma soffre in termini di corsa non riuscendo a spingere né a recuperare sulle ripartenze ospiti. Parte volenteroso, non riuscendo ad andare oltre alla voglia di essere protagonista sulla sinistra dove l’intesa con Listkowski c’è comunque. Sbaglia ogni cross tentato e così all’intervallo resta negli spogliatoi |
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MAJER 5Troppo brutto per essere vero. Qualche palleggio e uno-due ben riusciti nella metà di gara giocata. La clamorosamente molle supponenza con la quale va su ogni pallone, venendo sovrastato puntualmente dalla mediana sannita, costringe infatti Baroni a lasciarlo subito negli spogliatoi |
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BLIN 6Prestazione onesta del francese, che fa sentire la mancanza di Hjulmand solo nel brutto inizio gara dei suoi. Poi lascia stare i tentativi di fare il regista e diventa gladiatore puro, mordendo Petriccione e chiunque cerchi di far fare al Benevento il gioco visto a inizio gara. Ci prova senza fortuna da fuori, risultando poco incisivo quando c’è da accelerare per vie centrali |
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GARGIULO 5Come la maggior parte dei compagni sarebbe protagonista di una gara tanto zoppicante quanto vogliosa e, alla lunga, sufficiente. Pesano però come un macigno due opportunità che avrebbero probabilmente dato i tre punti al Lecce: nel finale di primo tempo calcia alto anziché servire un Listkowski, nella ripresa colpisce alto di testa un invito di Strefezza solo da appoggiare in rete |
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STREFEZZA 7Quest’oggi detentore esclusivo della fantasia registrata in casa Lecce, tanto per cambiare lascia lo zampino raggiungendo la meritatissima doppia cifra con un siluro al volo imparabile per Paleari. Non solo, visto che ogni volta che tocca il pallone per la retroguardia ospite è affanno, per non dire apnea. E, se Gargiulo non avesse sprecato la scucchiaiata offerta dall’italo-brasiliano, quasi certamente il Via del Mare avrebbe festeggiato il quarto successo di fila |
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CODA 5,5Mezzo punto in più per aver messo il piedone allargando benissimo a Gargiulo il pallone trasformando in gol di Strefezza. Tutto ciò in mezzo ad una gara tra il difficile ed il disastroso, con l’attenuante dei palloni alti arrivatigli dai compagni a fare clamorosamente il gioco dei colossi Glik-Barba e riabilitarlo solo parzialmente. Le opportunità, soprattutto in contropiede e poco fuori l’area, giocate malissimo con improponibili tocchi di tacco ed esterno sono infatti state troppo |
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LISTKOWSKI 6C’è il due senza tre, sia in termini di gol non trovato che di prestazione roboante. Anche se non incide molto e nemmeno brilla, riesce però a guadagnarsi la pagnotta a suon di corsa, coraggio, sacrificio e sbagliando certamente meno di molti dei compagni. Spina nel fianco di Letizia (che, va detto, lo contiene con bravura), gioca una ripresa pimpante alla quale manca solo il guizzo decisivo |
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GALLO 6,5Dimostra di sapere essere un fattore anche e soprattutto quando entra a gara in corsa. Va il doppio di avversari un po’ stanchini, senza riuscire a pescare i compagni con cross sempre tagliati. In difesa tiene botta con qualche comprensibile affanno |
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FARAGO’ sv |
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HELGASON 6Poteva mettere le ali alla solita partita timida ma pulita (alla Helgason, insomma) con una firma da tre punti. Subito dopo un tiraccio alle stelle si fa trovare pronto sul dischetto, chiamando Paleari alla parata salva risultato. Poi torna sui suoi ritmi che, soprattutto quando c’è da imporsi contro signore squadre, vanno rivisti |
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GENDREY 6,5Dentro per Tuia con Calabresi accentrato e da sinistra il Benevento nemmeno ci prova più. Servito meglio da imprecisi compagni avrebbe potuto spingere i suoi ancor più vicini al successo |
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RAGUSA sv |
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BARONI 6Il devastante dominio visto a Como, con occasioni a ripetizione divorate, si è visto anche oggi ad inizio gara ma con protagonisti gli avversari. L’approccio ai match “da capolista” va certamente rivisto, perché nei 70 minuti finali di gara le occasioni sono state solo locali a dimostrazione che, a dispetto di assenze e altrui caratura, un successo da +3 sulle inseguitrici sarebbe stato fattibile. Tra lodi e qualche “nfamia”, prestazione ancora una volta positiva |
BENEVENTO:
Paleari 7 Letizia 6,5 Glik 6,5 Barba 6 Masciangelo 6,5 Ionita 6 Petriccione 6 Acampora 6,5 Insigne 5 Forte 6 Improta 5,5 Tello 5,5 Farias 5,5 Brignola 5,5 All. Caserta 6