Il direttore sportivo leccese, ex calciatore anche dei giallorossi, ha parlato a tmw del calcio italiano con un accenno alla possibilità di un suo ritorno in pista
RETEGUI, BELOTTI E ZACCAGNI. “Non ho nulla contro gli oriundi. Certamente però il senso di appartenenza deve essere il sale della nostra Nazionale. Se uno non sente la maglia diventa tutto complicato. Proverei sempre a pescare giocatori italiani, sicuramente qualcuno poteva avere qualche possibilità. Poi non entro nel merito perché bisogna essere dentro per fare delle scelte. Se mi si dice che Mancini ha pochi giocatori che possono interpretare il ruolo penso invece che si poteva dare una chance a qualcuno- Belotti rimane un attaccante italiano e di valore, anche sta giocando poco. Così come Scamacca, anche se è stato infortunato è buon giocatore. E poi Zaniolo è un giocatore che alla nostra Nazionale farebbe comodo. E c’è anche Zaccagni: ha fatto nove gol e cinque assist, se non c’è Chiesa non può non essere convocato. Capisco che la gestione possa essere complicata, ma è li che serve la capacità dell’allenatore”.
ANALOGIA. “Vorrei comunque ricordare una cosa… Conte ha giocato con Pellé che non era certo il Ciro Immobile della situazione, ossia il capocannoniere in campionato. Ma con la fiducia del tecnico in quell’Europeo fu uno dei più bravi”.
ALLE RADICI. “Il problema nasce dai settori giovanili, che lavorano solo per il risultato e non per fare crescere i ragazzi. Se si danno pochi euro agli allenatori che hanno il compito di formare i talenti del futuro diventa tutto più complicato. Poi ci mancano le strutture. Se andiamo in Olanda o in Belgio fanno lavori per il settore giovanile che qui ce lo sogniamo. Poi oggi quando ci si trova davanti ad un bimbo che salta l’uomo l’allenatore gli dice ‘scarica’ perché pensa al risultato. Ma cosa importa se vinci il campionato Primavera e poi i calciatori non fanno carriera? Io vengo da un settore giovanile dove mi lasciavano la possibilità di sbagliare. Se oggi uno tenta la giocata l’allenatore dice ‘scarica, gioca semplice’. Questo ‘gioca semplice’ ha rotto le scatole. Gli istruttori sono sottopagati, quello bravo a certe cifre basse non ci viene. Le società dovrebbero investire più sui settori giovanili così da far uscire i calciatori. Un settore giovanile che deve essere d’esempio è l’Atalanta che continua a sfornare talenti”.
PETRACHI RITORNA IN AUGE. “Ho avuto proprio recentemente un colloquio, credo che entro dieci-quindici giorni la situazione sarà più chiara”