Giudicare una prova come quella offerta dal Lecce con il Napoli è quanto mai complicato. L’ambito delle attenuanti rischierebbe di compromettere la sfera delle criticità evidenziate in modo oggettivo fino ad un certo punto. Qualità dell’avversario senza dubbio, così come situazione di classifica di partenza, hanno influito su quanto visto e quanto non visto ieri al Via del Mare.
Sul primo aspetto, poco da dire: giocare con i Campioni d’Italia (ma anche con la Juve) così come fatto nelle precedenti uscite sarebbe stato chiedere troppo ad una squadra che deve lavorare ancora tanto per avere un’identità ampiamente definita. Il secondo, invece, interviene con duplice valore. Sicuramente, almeno finché la suddetta mentalità non sarà quella di squadra cresciuta appieno, avere l’attitudine ideale anche quando te la vai giocare a pari punti con un Napoli non sarà semplice. In soldoni: essere inconsciamente appagati (e quindi molli) o un tantino presuntuosi (e quindi molli).
E poi, l’aspetto fisico. Essere a 11 punti dopo 5 partite non è figlio, della fortuna, né del caso, né di una manifesta superiorità tecnica. E’ invece possibile grazie ad idee che, per essere messe sul campo, hanno bisogna di risorse fisiche e mentali notevoli, soprattutto nelle fasi iniziali. Così anche mantenere una certa tenuta atletica in più incontri di fila (non a caso nella prima settimana piena è giunto il primo down) diventa un’impresa che, unita al crescente tasso qualitativo avversario, mette in salita la strada. Ecco almeno parzialmente giustificate poca lucidità e braccino nell’aumento di passo e vitalità (soprattutto in mezzo al campo).
Tutto potenzialmente giusto, nulla di assoluto o matematico. Soprattutto, e menomale, nulla di definitivo in una strada tutta in divenire ed ancor più se si considera la fase in cui ci si trova. Già venerdì, in casa con il Sassuolo, ecco un test importante ed utile. Con il Sassuolo ci sarà da far meglio sotto tutti i punti di vista per mantenere tali quelli che, con Juventus e Napoli, sono stati solo degli stop necessari per crescere, consolidarsi. Per diventare più squadra.