Serviva più che un impresa al Lecce per interrompere la striscia di vittorie dell’Inter e il progetto è andato in fumo già al primo errore che ha aperto la strada all’assist di Asllani per Lautaro al 15’. La partita, messasi sui binari perfetti per i neroazzurri, si è chiusa poi con il doppio colpo Frattesi-Lautaro, con assist a specchio, già al minuto 56.
Davanti a un punteggio così, segnato con una superiorità schiacciante tale da renderlo quasi stretto alla capolista, contano ben poco i 14 tiri a 11 del Lecce (in porta 2-7). Lo ha ammesso D’Aversa in conferenza stampa con sincerità. Offensivamente, i giallorossi, al netto della qualità degli ultimi avversari, si dissolvono. Va bene credere nella propria identità, ma contro una corazzata come quella interista un po’ di cautela e sana difesa sarebbe potuta essere utile. In ogni caso, facile dirlo ai posteri. La propositività del Lecce genera un miglioramento nella percentuale di passaggi riusciti (294): 83% con 58 passaggi nella trequarti e 121 tocchi in avanti. Parità nei tocchi in area: 27-27. Negli scontri diretti, ora, il Lecce dovrà capitalizzare e rendere più pericolosa la costruzione offensiva, ieri racchiusa nel 39% di possesso palla.
L’Inter ha operato turnover in tutti i reparti e, scampato il pericolo sul piatto alto di Almqvist, è andata in gol alla prima occasione con Lautaro Martinez, sempre più capocannoniere della Serie A. Il cinismo dell’Inter, e la poca conversione in palle-gol del Lecce enunciata prima, si legge nel dato degli xG: 0.8 a 2.8. I fulcri del successo neroazzurro, oltre ovviamente al campione del mondo argentino, sono stati l’imprescindibile Mkhitaryan, Asllani e Sanchez. L’armeno ha giocato in avanti ben 24 palloni (migliore della gara), mentre l’albanese ha battuto il compagno di nazionale Ramadani con il 95% di precisione ai passaggi. Infine, il Nino è tornato Maravilla anche senza gol: un assist, 18 passaggi riusciti nella trequarti e due occasioni da gol. L’identità dell’Inter resta chiara anche con i cambi: i braccetti Bisseck e Carlos Augusto sono stati i giocatori (più Audero a 75) con più palloni giocati: 91 e 65.
E il Lecce? Poco da salvare. Almqvist si è acceso ad intermittenza (4 passaggi chiave e altrettante palle-gol), puliti nei passaggi Blin (89%), Almqvist (89%), Baschirotto (41 ok)-Touba più del solito. Sansone più che accendere la luce ha dovuto recuperare palla (5, come Ramadani) in una partita sporcata dall’ammonizione al 5’ minuto. Banda e Gallo hanno dato freschezza e soluzioni di passaggio ai compagni. L’assenza dello zambiano dall’inizio ha fatto privilegiare la costruzione a destra (più tocchi palla nella fascia mediana in quella zona). Altro tasto dolente, il gol subito da palla inattiva. De Vrij al 67’ su corner di Dimarco ha portato a 10 le reti incassate da Falcone su palla ferma.