Ad inizio anni Ottanta Lecce dominava la scena del calcio femminile. L’Alaska Lecce, squadra fondata nel 1970 dall’imprenditore Ernesto Guarini, avente inizialmente sede a Veglie, ha conquistato tre scudetti e due Coppe Italia dal 1980 al 1982 dopo la prima promozione in A nel 1974. Per lunghi anni, fino allo scudetto della Pallamano Casarano nel 2007, la squadra è stata l’unico club della provincia di Lecce a vincere un campionato nazionale di livello maggiore in uno sport di squadra.
Tra le calciatrici straniere tesserate dall’Alaska figurò Esther Mora, arrivata nel 1976 dal Messico. Nel 1976 emigrò nel calcio italiano con l’Alaska Veglie (il cambio di sede avvenne nella stagione sportiva 1980), aveva 18 anni. È diventata la prima giocatrice messicana a giocare professionalmente per una squadra all’estero. Nel 1976 segnò 36 gol, nel 1977 lo fece 39 volte e nel 1979 ne segnò altri 37. Vinse anche due titoli di Serie B (1977 e 1979) e nel 1977 fu scelta come miglior calciatrice straniera dopo una partita tra la Nazionale Italiana e una squadra di calciatrici straniere.
I successi in Europa resero Mora, attaccante della nazionale messicana nella prima Coppa del Mondo del 1991, la pioniera del calcio femminile da quelle latitudini. L’annuncio ufficiale dell’ingresso nella Hall of Fame, come descritto da Proceso.com.mx, è avvenuto dopo la sua partecipazione ad una conferenza intitolata “l’origine della rivoluzione chiamata calcio femminile”. Al termine, Mora ha ricevuto una standing ovation dal pubblico.
“È qualcosa di importante per chiudere un altro capitolo della mia vita sportiva. È qualcosa che non mi aspettavo. Precedentemente ero in altre liste, ma il riconoscimento non è arrivato a causa delle poche informazioni che ci sono sulla mia storia. Questo mi riempie di soddisfazione perché è un traguardo e per me è una cosa importante per restare nella storia del calcio femminile”, ha commentato Mora.
La storia di Esther Mora è stata raccontata dal giornalista messicano Enrique Ballesteros in un libro intitolato “ C’era una volta una ragazza che giocava a calcio”.