Pantaleo Corvino ha descritto il suo modo di lavorare, che non cambierà anche nella sessione di calciomercato estiva del 2024: “Quando lavori sulle idee, che sono quelle di andare su mercati alternativi, devi lavorare sulle potenzialità del calciatore e non sulle qualità conclamate, che hanno un portafoglio diverso nei campionati meno conclamati. Quando peschi sai di rischiare. Questo discorso è valso per Krstovic, come per altri che inizialmente ci hanno dato delle potenzialità e poi valore, come vedi per Hjulmand, una qualità conclamata che ha portato un beneficio tecnico ed economico. Con la sua cessione abbiamo preso più calciatori con costi da Lecce che potrebbero diventare dei nuovi Hjulmand”.
Luca Gotti ha paragonato Dorgu con il primo Bale. Il terzino danese è l’elemento più prezioso del Lecce, ma anche altri calciatori hanno mercato. Il dirigente racconta, mostrando fierezza per il percorso di Dorgu campione d’Italia Primavera con il Lecce: “Dorgu non è il solo appetibile sul mercato. Anche Falcone, Baschirotto, Pongracic, Gallo, Gendrey, Ramadani, Krstovic. Questi si aggiungono a Dorgu. Fa parte di quanto ho detto prima. Puntiamo sulle potenzialità e su quello che produciamo. Nell’ultima gara di campionato abbiamo schierato Dorgu, Berisha e Gonzalez, figli di una primavera come Burnete, che dalla Serie B è arrivata allo scudetto, unica squadra del Sud che ha vinto tre titoli nella storia forse, sicuramente negli ultimi trent’anni. Dorgu è figlio di questo pensiero, crescere potenzialità in casa e andare su mercati alternativi. Noi l’abbiamo visto crescere, lievitare…non è pari a quanto è apprezzato al di fuori. E’ molto richiesto, ma il ragazzo ha dentro di più di quanto ha potuto far vedere. Sia D’Aversa prima da terzino e poi Gotti da esterno alto al posto di Banda hanno fatto vedere la capacità di adattamento del ragazzo”.
Il calciomercato del Lecce quest’anno non avrà bisogno di vendere. Dall’altra parte, però, resterà nel Salento solo chi avrà fame e voglia di lottare per la terza salvezza consecutiva. Corvino prende il discorso anche per parlare delle cessioni: “Tutti vorrebbero tenere sempre i migliori, ogni società e ogni direttore, anche io che sono figlio dei risultati. Devo essere sincero, anche se adesso non abbiamo necessità dettate da incombenze economiche, abbiamo fatto cessioni importanti come Strefezza al Como, in quel momento storico non stava avendo lo spazio che pensava di poter avere. Anche Ceesay è stata una cessione importante. Quindi, non avendo la necessità impellente di vendere vorremmo tenere il meglio, sappiamo che davanti a delle richieste ci sono calciatori ambiziosi che vorrebbero prendere decisioni diverse dalle nostre. Davanti a proposte di altri club di non trattenere gli scontenti ma è giusto che le nostre esigenze siano soddisfatte. E’ giusto così”.
Il Lecce è una realtà percepita come sana dal mondo calcio. La media punti è altissima rispetto al monte ingaggi, dati difficilissimi da abbinare: “In effetti, è difficilissimo riuscire a lavorare con una squadra giovane in Serie A, riuscire a patrimonializzare, riuscire a coniugare questi risultati con quello sportivo è un esercizio difficilissimo, quasi estremo. Lavorare e patrimonializzare con squadre giovani, vincendo il campionato di B e fare due salvezze in A non stando mai nelle ultime tre, poi il titolo Primavera…lo facciamo in maniera estrema. Tutto è bene ciò che finisce bene, ma il calcio è figlio dei risultati e il tifoso e l’addetto ai lavori si fa condizionare molto dalle cadute che può avere un club. A volte la cultura della sconfitta è poco accettata. Noi dobbiamo rischiare e mantenere questa politica con questo metodo. Per un calcio sostenibile, così come vuole la mia società, noi siamo funzionali. Chi accetta il Lecce fa un percorso sano? Sì, noi capiamo le esigenze di un giovane che ci dà fiducia e poi capiamo il momento a volte, non vogliamo essere egoisti a tenere a tutti i costi un calciatore scontento visto che non possiamo pareggiare certe richieste. Le nostre esigenze come club vanno anche soddisfatte, i calciatori crescono anche grazie a noi”.
Pantaleo Corvino ricorda poi le sue affermazioni su “Piano A, B o C”, la possibilità di seguire più calciatori prima di formalizzare gli acquisti: “Le mie risposte non sono mai preparate, sono molto istintivo, sono figlie di questo. A volte non programmi niente, ti trovi davanti a situazioni non programmabili. Davanti all’imprevedibilità non c’è Piano A, B e C. Devi avere istinto per prendere la soluzione giusta. A me fa comodo se non c’è il nome vero a volte. Io non smentisco ma non confermo neanche, bisogna interpretare le mie parole. A volte ne tratto 15 per quel ruolo e tra tutti quelli che pensi a volte alla fine qualcosa devi prendere. Lì prevale l’istinto”.
Infine, si parla di Nikola Krstovic e Morten Hjulmand, ceduto allo Sporting Lisbona nonostante un interessamento, forse tardivo, di Milan e Lazio: “Krstovic è un 2000, è giovane. E’ un ragazzo che l’abbiamo preso dal campionato slovacco e devo dire che ha dimostrato di far bene anche in A e di essere una potenzialità importante, può avere qualità importanti, ha fisico, strapotenza fisica oltre al fisico. Non tutti quelli che hanno fisico hanno strapotenza fisica. Ha senso del gol coi piedi e di testa, in tutti i modi. Penso che è un attaccante veloce, ha tutto per essere un attaccante di una grande squadre. Il mercato non è ancora nel vivo. Hjulmand? Milan e Lazio si erano interessate senza arrivare alle condizioni dello Sporting. Gli interessi si manifestano nei momenti giusti”.