Gotti: “Non vedo l’ora di completare il gruppo per far fare alla squadra i passi che ho in mente”

Le dichiarazioni del tecnico del Lecce Luca Gotti rilasciate nel penultimo giorno di ritiro a Neustift

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LAVORO. “Veniamo da tre settimane di lavoro, perché sono due settimane di Austria ma che erano state precedute da una settimana di fatica senza pallone e senza scarpe da calcio ad Acaya dove i ragazzi avevano fatto un buon carico di lavoro. Abbiamo lavorato con un gruppo extra large, con tanti ragazzi che tornano dai prestiti, tanti ragazzi della nostra Primavera che sono aggregati qui, insomma sono impegnato nel cercare di far lavorare tutti al meglio e anche nel cercare di guardare i ragazzi che conoscevo meno”.

AMICHEVOLI. “Intanto c’è stata la volontà di fare delle amichevoli di livello, di incontrare da subito squadre di livello. Immaginate che cosa ci propone nelle prime giornate il nostro campionato italiano, è meglio abituarsi subito a una verifica estremamente impegnativa. Ci sono state cose buone e cose meno buone, alcuni giocatori che hanno fatto bene ed altri che hanno fatto male. È abbastanza normale in questo periodo dell’anno, si dice che non bisogna basarsi sul calcio d’agosto figuriamoci su quello di luglio”.

PERCORSO. “La risposta giusta sarebbe che la squadra si trova al punto zero. La verità è che è più significativo il punto uno perché abbiamo comunque con un gruppo di questi giocatori fatto un pezzo di percorso, un pezzo di percorso che ci ha dato modo di condividere alcune idee comuni di calcio, la fase offensiva, la fase difensiva, il timing di gioco. Con questo gruppo di ragazzi è molto più semplice far inserire all’interno di un contesto gli altri, perché il giocatore vede le stesse cose di squadra. Quindi punto uno da questo punto di vista perché partiamo con qualche cosa di condiviso. Però insomma è veramente prestissimo e non vedo l’ora di completare il gruppo, di snellirlo e di potermi occupare di far fare a questa squadra i passi e gradini che ho in mente”.

CARATTERE. “Sì, perché si porta dietro qualcosa di quello che secondo me ha fatto e questo le regala un po’ di autostima. Io cerco di implementare questo percorso di realismo, di una stima che sia realistica, che non sia campato in aria. Ecco io cerco di far capire quali sono realmente anche le nostre possibilità perché non dobbiamo né essere presuntuosi ma di sicuro neanche sottostimarci”.

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