Il calendario di questo inizio di Serie A non ha certo sorriso al Lecce, che sulla sua strada ha trovato di fronte subito la favorita numero uno per lo Scudetto ed una delle principali outsider, ovvero Inter e Atalanta. Due match senza storia, più per quanto visto sul manto erboso che per la differenza tecnica in sé. Ed è un peccato, perché come mai questo inizio di campionato si è mostrato così incerto ed equilibrato.
Dopo due giornate, solo la Juventus è a punteggio pieno ed è stata capace di avere nettamente ragione nelle proprie sfide contro club di livello inferiore, nella fattispecie Como e Verona. Per il resto, tutte le altre grandi o squadre candidate alla lotta per un posto in Europa hanno lasciato punti per strada. In particolare la Roma, bloccata da due dirette concorrenti del Lecce come Cagliari ed Empoli, e il Milan, deludente seppur con realtà potenzialmente di media classifica (se non qualcosina in più) come Toro e Parma. Battute d’arresto poi anche per Atalanta, Lazio, Bologna, Fiorentina e Napoli. Persino per l’Inter, nella prima fermata da un Genoa che non giocò certo con la sua formazione migliore.
I fattori che hanno portato a tale contesto sono molteplici. Tra questi senza dubbio il fatto che chi è candidato a giocare più gare durante l’anno effettua spesso una preparazione più pesante che può essere pagata in estate. Poi le voci di mercato, esponenzialmente più pesanti in relazione a quanto le cifre che vengono mosse possono essere grandi. Ed infine l’aspetto legato all’onda lunga dell’Europeo, con giocatori che hanno avuto vacanze tardive e risicate. L’aspetto più importante, tuttavia, è sempre l’atteggiamento che chi scende in campo da sfavorito non può permettersi di non avere. La storia del Lecce in Serie A parla di salvezze arrivate anche, se non soprattutto, grazie ad imprese con raccolta di punti in match inattesi. Ecco perché, quando si indossa quella maglia, il concetto di partire battuti e non avere possibilità alcuna non può essere contemplato. Soprattutto oggi, fase storica in cui le grandi del calcio italiano non attraversano certo i loro momenti migliori di sempre.