L’ordine del 4-3-3 e la crescita di Rebic prima del black-out: cosa salvare di Milan-Lecce

Prima dell'episodio (dubbio a dir poco) tra Dorgu e Leao che ha generato la punizione da cui è nato il gol di Morata, il Lecce si era ben disposto in campo.

Se i numeri dicono che ci sono non pochi problemi da risolvere, soprattutto per quanto riguarda la concretezza offensiva, in casa Lecce non bisogna far l’errore di sprofondare nella negatività totale a causa della cattiva gestione una volta subito il gol, forse causata anche da non ancora compiuta crescita dal punto di vista psicologico in Serie A. Allo stadio Meazza, per trentotto minuti, il Lecce si è ben schierato con il 4-3-3 disegnato da Gotti.

Dorgu terzino destro a cercare contrastare Leao è parsa un’amara necessità. Senza Guilbert, squalificato dopo la scellerata espulsione del match col Parma, l’allenatore non ha ritenuto pronto Pelmard e Jean, marcatore al centro in caso di spostamento a destra di Baschirotto. Senza il danese, la principale fonte di idee offensive d’avvio campionato, sempre presente in fase d’attacco, il Lecce ha comunque costruito delle buone trame per trovarsi sulla trequarti, salvo poi incappare nella sterilità offensiva dettate dalla mancanza di qualità e da decisioni sbagliate. Dall’1-0, nato a dir la verità nato su un fallo visto da pochi, tra cui Zufferli, il castello è drammaticamente crollato.

Sotto il castello, il Lecce e Gotti devono lavorare dalle fondamenta che ci sono. Non si giustificherebbe altrimenti la prestazione di Torino-Lecce 0-0, unica partita in cui il Lecce non ha sofferto indipendentemente dal risultato finale. Nell’ottica del 4-3-3, Ramadani centrale di destra a centrocampo, con Pierret scudiero “alla Blin” e Coulibaly a sinistra, saranno una soluzione che si potrà rivedere in altre partite contro squadre tecnicamente dotate.

Davanti, l’aria di San Siro ha fatto bene ad Ante Rebic, al centro, e creatore, di molte iniziative offensive. Dalla personalità del croato, calciatore di livello tecnico importante, il Lecce dovrà maturare in campo (e non solo). Ok il valore differente delle big del nostro campionato, ma la Serie A, ormai da anni, insegna che i punti vanno cercati ovunque e comunque. Cadute verticali come successo contro il Parma (con la sofferenza difensiva ben precedente al recupero), Cagliari (super Falcone e legni subiti) e Milan potranno costare carissimi se ripetuti a cadenza regolare.

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