Gotti parte dalla settimana di preparazione, non facile, incentrata su cercare di alzare l’asticella del rendimento dei suoi ragazzi: “La settimana è stata brutta per me. Ci sono state delle partite che non mi hanno dato nessuna soddisfazione, ma posso dire che la squadra ha lavorato bene. La svolta tattica? Non credo che il tema sia tattico, il tema è una squadra che deve migliorare nell’individuo, nella forza, nella capacità e negli episodi che non riesce a gestire ancora in tutti i momenti della partita”
La situazione è delicata a livello psicologico. In momenti così serve saper sfruttare le palle inattive, e l’allenatore risponde a una domanda sul possibile impiego di Oudin: “Ci sono giocatori che hanno delle caratteristiche mirate, Oudin è uno di questi. Sa calciare bene i piazzati e ci sono calciatori che hanno caratteristiche. Scelgo gli uomini in base alla caratteristiche della gara e devo anche saper leggere i momenti della gara per poter intervenire con cambi in corsa se queste situazioni cambiano”.
Gotti non è d’accordo sulla lettura dei cali contro Parma e Milan dovuti principalmente a mancanza di concentrazione: “Qualsiasi calciatore quando giochi bene a San Siro per 38 minuti e prendi poi tre gol dopo aver preso 2 gol in 2 minuti col Parma, a domanda specifica sul perché, ogni calciatore risponde parlando della mancanza di concentrazione. Ci sono delle altalene all’interno della partita. Quando prendi una sberla ci sono momenti in cui non sei lucido e ne prendi un’altra prima di metterti a posto. Ci sta capitando questo. Sappiamo il livello delle gare da affrontare in A che non ti permette queste cose. Non è concentrazione, capacità di leggere i momenti”
Il rientro di Guilbert agevolerà le scelte di formazione: “Mi permette di gestire Dorgu in altre parti di campo”, chiosa Gotti aprendo al ritorno del danese sulla linea della trequarti.
Ante Rebic ha giocato da esterno nelle ultime gare: “Il perché? La verità che quello è il suo ruolo –chiosa il trainer giallorosso-. Può fare altre cose, ne sono convinto, ma quello è il suo ruolo. Non solo con Rebic, ma io devo cercare di mettergli a loro agio in campo e individuale. Ad alcuni giocatori chiedo corse lunghe, uscite di un certo tipo. Ad altri, in base alla loro condizione fisica, chiedo di sfruttare le qualità tecniche e il raggio d’azione. Da questo è nata la scelta di schierare Rebic in zona defilata”
Marchwinski, Pelmard e Hasa sono degli elementi al momento dietro nelle gerarchie. Gotti spiega come potrà andare la loro stagione: “Nel calcio ci sono delle situazioni che sembrano cristallizzate in negativo che cambiano in secondi. Così è stato con il Parma dopo il 3-0 non fatto e i punti persi che recriminiamo. In situazioni individuali si accendono delle scintille che cambiano l’aspetto emotivo. Siamo delle persone principalmente. Dire quanto vicini alla titolarità sono è difficile. Io devo prendere le cose positive che possono accadere in questi mesi. Devo lasciare una porta aperta”
Infine, Gotti evita di dare troppo peso specifico alla partita di domani, match che precederà la sosta di ottobre: “La gara più importante per me da quando sono al Lecce? No, assolutamente. Per me, personalmente, dal punto di vista emotivo, Udinese-Lecce non può essere come le altre. Ma nel corso del Lecce è una delle partite con in palio 3 punti in campionato. Non carichiamola di cose diverse”.