La proposta di Gravina per l’autonomia della Serie A

Le novità riguarderanno indipendenza maggiore per le leghe e possibilità di veto per le stesse su norme federali che le riguardino

La Federcalcio prosegue verso la modifica del proprio statuto, in vista dell’assemblea straordinaria del 4 novembre. Si è tenuto ieri, presso la sede Figc a Roma in via Allegri, il secondo incontro fra il presidente Gabriele Gravina e i rappresentanti delle componenti federali. Scrive Tuttosport.

Quasi tutti in presenza: c’erano Mauro Balata, Matteo Marani e Giancarlo Abete, rispettivamente presidenti di Lega B, Pro e Dilettanti. Presenti anche Umberto Calcagno, numero uno dell’Aic; Renzo Ulivieri, capo degli allenatori; Carlo Pacifici, presidente dell’Aia. Lorenzo Casini, presidente di Lega Serie A, era collegato in videoconferenza.

La riunione, dai toni sereni, è durata poco più di un’ora

Nel precedente appuntamento erano stati fissati i principi, ieri si è andati sul pratico. Il presidente Gravina ha sottoposto alle leghe e alle componenti la prima bozza di statuto, la cui revisione è necessaria per adeguarsi alla nuova normativa statuale, che richiede una ristrutturazione del sistema federale per garantire equa rappresentanza alle leghe professionistiche, anche in base alla rispettiva dimensione economica.

La bozza proposta da Gravina, che sarà trasmessa a tutti i club, prevede due punti chiave. Anzitutto: una maggiore autonomia alle leghe nell’organizzazione delle proprie competizioni, fermo restando il ruolo di coordinamento del Consiglio Federale e il potere in capo a quest’ultimo di deliberare sull’ordinamento dei campionati. Il secondo aspetto riguarda il diritto d’intesa – la possibilità di porre il veto – delle leghe su norme federali che le riguardino, esclusi i controlli sulle società. Introdotta anche una clausola anti-stalli: senza intesa per due consigli federali consecutivi, la questione passa dalla Figc al Coni, escluse le norme sull’ordinamento dei campionati.

Sono i principi che, nella proposta di Gravina, dovranno essere alla base del nuovo statuto: l’obiettivo è approfittare della riforma per ammodernare il sistema. Alle leghe, maggiori autonomia e responsabilità; a tutti, un calcio più snello ed efficiente. Non è stato invece trattato il tema dei pesi elettorali, che da tempo la Serie A chiede siano rivisti e dovranno comunque essere ritoccati in base alla già citata novità legislativa.

Attualmente, il massimo campionato detiene il 12% dei voti disponibili: tra le leghe, ne ha meno solo la B col 5%. La Lega Pro arriva al 17%, la D al 34%. Quel che resta è suddiviso tra calciatori (20%) e allenatori (10%) – non interessati dalla riforma statutaria, perché quote previste per legge – mentre gli arbitri vantano il 2 per cento. È in base a questi numeri che si determina la composizione del Consiglio Federale.

Dei pesi elettorali e della reazione delle componenti alla bozza si discuterà nel prossimo appuntamento tra le parti, fissato a stretto giro di posta: mercoledì 23 ottobre. La sensazione è che sarà ancora più decisiva la successiva data di venerdì 25 ottobre, quando a Milano si terrà la prossima assemblea di Serie A, mentre il Consiglio Federale si riunirà il 28 ottobre. La proposta di Gravina va incontro alla richiesta di maggior autonomia del massimo campionato.

Potrebbe piacere alla corrente guidata dalle big tradizionali – Juventus, Inter e Milan – che nelle ultime settimane ha guadagnato consensi crescenti ed è meno interessata ai pesi elettorali. Più cari, viceversa, al gruppo di club che fa riferimento a Claudio Lotito. Le percentuali, come detto, sono comunque da rivedere: un conto, però, è ritoccarle per riconoscere alla A il proprio ruolo, non contestato dalle altre componenti. Altro è riscriverle creando una nuova situazione di squilibrio e togliendo ossigeno alle leghe inferiori. La palla, si direbbe, passa alla Serie A.

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