Fare peggio dell’indegno spettacolo di domenica scorsa era difficile, uscire con una serie di piccole sicurezze dal campo della capolista anche. Il Lecce ha vestito l’elmetto da guerra contro l’undici di Conte e pur soffrendo fisiologicamente dei punti di forza delle scelte di Conte (le giocate di McTominay e i ribaltamenti di Anguissa contro un buon lavoro sugli attaccanti) ha tenuto in vita la contesa avendo anche nel finale dei palloni per puntare al pari che sarebbe stato un colpaccio.
Gotti è stato bravo a preparare l’impegno isolandosi dalla negatività e costruendo i suoi col 4-3-3 con Rafia insieme a Ramadani e Coulibaly e Banda–Pierotti ai lati di Krstovic. Il Lecce, stretto dai reparti, si è ben disimpegnato difensivamente nonostante l’assenza di Guilbert e Gallo, quest’ultimo sostituito dall’arretramento di Dorgu. Al posto dell’ex Strasburgo, si è finalmente sbloccato Pelmard. Il calciatore arrivato dal Clermont ha dimostrato di poter dire la sua in questo campionato. La difesa densa, attaccata all’uomo e attenta a chiudere le linee di passaggio (da lì anche le difficoltà sui movimenti imprevedibili di McTominay) è figlia di una settimana in cui Gotti e la squadra, ricevuta la vicinanza di società e area tecnica, hanno lavorato molto sulla compattezza d’intenti in sala video prima e sul campo poi.
I segnali positivi devono però essere letti nell’ottica di una sconfitta che, ovviamente, non ha portato nessun punto. Di certo, Baschirotto e compagni (ieri altra prova importante del capitano e di Gaspar) si presenteranno allo scontro diretto di martedì con una risposta data a sé stessi e al popolo giallorosso dopo la debacle di domenica, ma, come ha anche confermato Gotti, resta l’annoso problema del gol da risolvere.
Il recupero di Banda, ieri apprezzato nonostante una condizione non al top, ha dato una carta d’imprevedibilità allo sterile attacco del Lecce. Lo zambiano ha scelto bene dove posizionarsi sui recuperi palla e la sua pericolosità ha indotto la difesa del Napoli spesso al raddoppio. Un paio d’iniziative del 22, però, non sono state seguite dalla decisione giusta palla al piede e dal movimento del compagno. Avere Banda e Dorgu sulle corsie avanzate darebbe un sapore molto più frizzante alle iniziative del Lecce, specialmente in ripartenza. Gli interpreti però non bastano e, sulla testa prima che con i piedi, i giocatori avanzati hanno il dovere di prendersi la responsabilità nel trovare la giocata offensiva giusta “pulendo” anche la testa dalle paure. Difficile? Sì, tanto, ma forzatamente necessario se si vuole guardare alla terza salvezza di fila, storica.
“Difficoltà a segnare? Ci accompagna fin dall’anno scorso e dall’estate, l’ho ripetuto in settimana -ha dichiarato Gotti nel postgara non nascondendosi dietro a un dito-. Noi dobbiamo crearci un abito di battaglia e compattezza con sicurezze nostre per affrontare 38 partite. Non sarà sempre così. Io penso che si debba ripartire dall’atteggiamento avuto oggi”. L’allenatore ha centrato il nodo da sciogliere quotidianamente. Da martedì serviranno i punti per non fare tre passi indietro dopo quello in avanti del sabato a Napoli.