Possiamo dirlo senza vergogna: ognuno di noi, ma credo davvero ogni singolo appassionato o addetto ai lavori vicino alle sorti del Lecce, a guardare i primi 70 minuti con Empoli e Venezia abbia pensato “questa squadra ha assoluto bisogno di rinforzi”. Poi sappiamo bene come sono andati i 20+20 minuti restanti, sappiamo quanto i giallorossi abbiano fatto bene raccogliendo nel complesso quattro punti di platino. Nel calcio, si sa, gli episodi ed i risultati sono alla base, ma non sono tutto.
Ecco perché, a prescindere da quanto importante sia stato soprattutto espugnare il Penzo, l’idea di una squadra, il Lecce, che ha bisogno di innesti dal mercato di riparazione non può seguire l’onda di delusioni o entusiasmi. E’ semplicemente un concetto abbastanza assodato e universalmente condivisibile frutto di quattro mesi di analisi, sufficienti per capire cosa non funziona in questa squadra e di cosa può esserci bisogno. Proviamo ad entrare nel merito, in attesa di farlo meglio e con più accuratezza più in avanti.
In difesa serve un intervento, ma deciso, nel parco difensori centrale. La scommessa Bonifazi, qualità indiscutibili quando è stato bene ma fisico fragile, è stata persa. Soprattutto se si vuole avere l’utilissima opzione alternativa della difesa a tre bisogna affidarsi ad un centrale pronto all’uso. Non serve un colpo alla Pongracic, il terzo di lusso dell’anno di Baroni che a più di qualcuno ha fatto fare voli pindarici. Restando umili e razionali, basta un buon “terzo”, magari con più esperienza di Jean, che con il francesino si andrebbe a giocare il ruolo di prima alternativa a Gaspar-Baschirotto.
In mediana, inutile dirlo, ad oggi ha pesato come un macigno il tris defezione Gonzalez-partenza Blin-difficoltà Pierret. Se finalmente Berisha rientrasse a regime e Kaba rispettasse i tempi tornando protagonista potrebbe anche andar bene così, altrimenti tra un mese e mezzo anche in mediana servirebbe azione. Nessun dubbio invece in avanti, dove al Lecce servono ad oggi due elementi: un’ala potenzialmente titolare, alla luce delle difficoltà di un Morente mai integrato e degli affanni fisici di Sansone e Banda, ed una punta che, anche qui tenendosi bassi e senza necessità di strafare, possa aggiungere peso all’attacco nei finali di partita. Un terzo attaccante centrale, ruolo che ad oggi per una serie di motivi Burnete non ha potuto ricoprire.
Insomma, di lavoro ce ne sarà tanto ed oggettivamente la lista della spesa non è ad oggi di quelle insostenibili, per quanto è un grave errore pensare che sia scontatamente facile migliorare la qualità di questo collettivo. Nel frattempo, mentre sicuramente l’area tecnica è già al lavoro per approntare la giusta linea, c’è qualcosa di più importante in cui farsi valere, il rettangolo verde. Dodici punti sono pochi e gli ostacoli da affrontare tantissimi. Per questo il Lecce non deve distrarsi, non deve lasciare nulla sul campo. Deve dare il massimo e cercare di raccogliere altrettanto, non dando per scontato di vincere contro chi è sotto e perdere contro chi è sopra. Sarebbe un errore grave, ancor più che lasciare operazioni intentate in sede di mercato.