Nell’intervista realizzata da Germano Bovolenta, Franco Causio ricorda il primo crocevia della sua vita calcistica. Nel 1964/1965, i giocatori del Lecce, in C, non ricevono lo stipendio da mesi e nel finale di campionato il presidente Del Piano manda in campo le giovanili. Tra i ragazzi in maglia giallorossa c’è Franco Causio, 16enne, in campo contro Reggina, Sambenedettese e Chieti. L’allenatore dei marchigiani lo adocchia subito e lo porta a San Benedetto del Tronto, dove Causio aiuta anche la famiglia con i primi stipendi: “Papà Oscar lavorava in proprio, vendeva le bombole a gas per le cucine. Mamma Anna era occupata in una fabbrica di tabacco. Mio padre aveva una vecchia Ape e io andavo con lui a portare le bombole. Non si navigava nell’oro, io frequentavo l’Istituto Tecnico Commerciale e per un po’ ho fatto il garzone da un barbiere. Poi, dopo molti provini, sono diventato calciatore”.
Dopo aver vinto tutto con la Juventus e trionfato al mondiale di Spagna 1982, Franco Causio chiuse la carriera con il Lecce nel 1985/1986. L’ultima partita della sua carriera fu proprio contro la Juventus: “Come non potrei ricordarla. Avevo 37 anni ed erano passati 21 anni dal mio esordio in C. La squadra della mia vita contro la squadra della mia città. Ah, in quel mio ultimo Lecce aveva esordito Antonio Conte, a 16 anni come me. Segni del destino”.