Antonio Zappi sfiderà Alfredo Trentalange nelle prossime elezioni del 14 dicembre. Tra i propositi inseriti nel programma c’è l’introduzione del VAR a chiamata: “Ogni modifica in questo ambito dovrà essere ovviamente concertata con le istituzioni preposte alle modifiche regolamentari, gli organi tecnici e con la futura direzione tecnica. Detto questo, ritengo che il più grande fallimento dell‘uso della tecnologia sia quando il protocollo VAR limita la possibilità di correggere quello che per la maggior parte delle persone rappresenta un errore arbitrale. Provenendo professionalmente dal contenzioso tributario, conosco bene il principio del contraddittorio e vorrei vederlo applicato anche in ambito calcistico: chi ritenesse di aver subito un torto ha il diritto di far valutare le proprie ragioni. Il VAR a chiamata (Challenge) risponderebbe a questa logica, offrendo alle squadre un’opportunità di verifica. Inoltre, rendere pubblici i dialoghi tra VAR e arbitro consentirebbe ai tifosi di comprendere il processo decisionale. Potrebbero non essere d’accordo con il giudizio finale, ma non avrebbero motivo di dubitare della buona fede e della trasparenza degli arbitri”.
E poi, nelle varie dichiarazioni rilasciate: “Il progetto ‘Open VAR’ è una strada giusta e necessaria. Sotto la mia guida, punterei a un’ulteriore apertura verso i media e a un rafforzamento della comunicazione. Mi piacerebbe che l’AIA creasse un canale tematico per diffondere contenuti didattici in modo strutturato e continuo.Dobbiamo far comprendere che gli arbitri non sono distruttori di sogni, ma professionisti che lavorano duramente per applicare le regole e garantire giustizia sportiva. Il loro impegno è frutto di anni di preparazione tecnica e umana, e questa realtà deve essere comunicata con maggiore efficacia”.