La stagione 2015/2016 è stato un momento cruciale nella carriera di Marco Giampaolo, rilanciatosi in Serie A alla guida dell’Empoli. Il decimo posto finale, con 46 punti, ha celebrato il talento di colui che successivamente è stato soprannominato Maestro, reduce dalla stagione anonima in C alla Cremonese. Al Castellani, Giampaolo ha raccolto nel 2015 l’eredità di Maurizio Sarri.
Trenta punti nel girone d’andata celebrarono l’efficacia del calcio di Giampaolo, che variò il pensiero di Sarri virando sul 4-3-1-2 che divenne il marchio di fabbrica dell’Empoli. Nel ritorno, 16 lunghezze bastarono per una tranquilla salvezza. Nella rosa, ai nastri di partenza tra le meno attrezzate del campionato, gli imprescindibili furono Mario Rui (il più utilizzato di una difesa ideale composta da Laurini e dal duo Costa-Tonelli davanti a Barba), il capocannoniere Massimo Maccarone (13 gol) spesso in coppia con Pucciarelli (6). A centrocampo, Giampaolo fu bravo a coltivare il talento di Zielinski e Paredes, all’epoca 21enni, autori rispettivamente di 5 e 2 gol. Le scorribande offensive caratterizzavano il centrocampo in cui, con la regia di Buchel e Croce, emerse il talento di Riccardo Saponara, in quell’anno ad una delle migliori stagioni in carriera.
La prima vittoria fu alla 4°giornata (Udinese-Empoli 1-2) e alla 7° (Empoli-Sassuolo 1-0) arrivarono finalmente i tre punti in casa. Cruciale fu la serie positiva dalla 13° alla 17°: in 5 partite, l’Empoli conquistò 13 punti inanellando quattro vittorie di fila dopo il pareggio nel derby a Firenze. A due giornate dalla fine del girone d’andata, l’Empoli era 8°. A febbraio 2016, quattro pareggi furono fieno in cascina prima di un marzo nero fatto di sole sconfitte. In Primavera, l’Empoli mise a referto i punti decisivi verso la salvezza, interrompendo il digiuno di vittorie battendo 2-0 la Fiorentina alla 32° (Pucciarelli-Zielinski) e il Verona (1-0, Maccarone) alla 34°.