DOMANDE SCOMODE. “Può darmi fastidio quando vengono poste quelle domande che non tengono conto del fatto che l’essere in Serie A e per il terzo anno di fila sia l’eccezionalità. Quando le cose ti vengono chiesto come se essere a certi livelli, giocarsi la salvezza sia scontato, beh questo è un presupposto che non mi piace”.
CAMMINO. “Un campionato di 28 partite in Serie A sappiamo quanto sia difficile e quante insidie si porti dietro. E’ difficile per tutte le squadre, anche per chi lotta per i posti più in alto. Ed è anche difficile, in questo campionato, fare gol. Noi siamo partiti con Giampaolo dopo un inizio che non rispondeva alle aspettative. Abbiamo fatto con lui 16 punti in 17 gare, che è tanto e non poco. Abbiamo anche realizzato 16 gol, in linea con il percorso di una squadra che lotta per non retrocedere anche a livello di gol subiti e differenza reti”.
SALVEZZA. “E’ un cammino di rincorsa, perché le prime 12 partite ci hanno visto con un cammino di rincorsa. Ma al di là dei punti c’era qualcosa che non andava, troppi giocatori che non venivano sfruttati appieno. Ora però il cammino è migliore, pur nelle difficoltà. Queste sei gare senza vittorie rientrano nella dinamica di un campionato così difficile. Sono diverse giornate comunque in cui i tifosi vedono il Lecce come salvo, speriamo sia così fino alla fine del campionato. Sono 150 partite che i nostri tifosi, tra prima squadra e Primavera, godono, ci manca l’ultima curva per fare in modo che sia così”.
CRITICHE. “Molte critiche mi aiutano, molte critiche mi amareggiano. Perché uno che si sente responsabile e fa delle analisi. Noi manager del calcio abbiamo doppia responsabilità, nei confronti del club e dei tifosi. Parlando della società, beh queste critiche non ci sono, la società è soddisfatta del mio lavoro in base a quello che mi ha chiesto ed è soddisfatta dei numeri economici. Poi ci sono tifosi e media, ed anche qui devo ricordare dove eravamo quando sono arrivato, con Primavera e prima squadra”.
ERRORI. “Io mi rimprovero le cose quando non raggiungo l’obiettivo. Ad oggi siamo davanti a squadre che hanno speso molto di più di noi. Con le risorse che avevo, ben diverse dalle concorrenti, credo di aver fatto il massimo. Poi, qualora l’obiettivo non arrivasse, mi chiederei cosa ho sbagliato e cosa potevo fare meglio con le risorse impiegate. Però sì, molte volte le critiche mi amareggiano perché penso ai 12 anni giallorossi fatti di quasi solo successi. Poi gli errori ci sono, chi non li commette? Nel calcio vince che ne commette di meno”.
CHI STA MANCANDO. “La Serie A è fatta di tanti episodi, pensando alle ultime partite. Non puoi pensare all’episodio con l’Udinese, neppure ai tre rocamboleschi gol presi con il Milan a ribaltare un match che stavi vincendo. Quindi inutile dire cosa sta mancando, è un campionato così difficile che ogni giocatore può avere il suo momento di stanca. Si passa da momenti positivi a momenti di magra”.
MALEH. “Nel nostro centrocampo ci sono quattro nazionali come Ramadani, Berisha, Coulibaly ed Helgason, abbiamo Kaba. Possibile il migliore sia sempre chi non c’è? Quando l’ho preso mi hanno criticato per l’acquisto, ora che non c’è mi dicono come mai non c’è”.
REBIC. “Per noi le seconde punte sono gli attaccanti esterni. Questo reparto offensivo ha fatto, compreso Rebic che ha fatto un gol dal peso di un punto, 21 gol come reparto. Non è stato preso per giocare al posto di Krstovic, ma Rebic sta facendo quello che deve fare uno che ha davanti un titolare che ha fatto 10 gol. Ma l’attacco non è affatto un problema, al Lecce mancano i gol degli altri reparti. Cosa ci manca? L’episodio, vedi il modo in cui il Verona ha vinto a Udine. A volte manca che il tiro del centrocampista vada dentro, io non posso prendere il centrocampista che fa gol, sono dinamiche di gioco“.
SCHEMA DI GIOCO. “Io mi adeguo alle scelte degli allenatori per raggiungere i risultati. Inizialmente ho scelto tecnici che giocasse con la difesa a quattro ed il tridente, quindi siamo andati avanti con il 4-3-3. Con Gotti ho seguito l’idea del tecnico, che voleva applicare il 4-2-3-1, segno che io do totale libertà di scelte al tecnico per poi agire di conseguenza sul mercato”.
ASTICELLA. “Noi abbiamo alzato l’asticella, i nomi di giocatori nazionali li ho già fatti, così come delle alternative e della lunghezza della rosa a disposizione del mister. Se il mister sceglie Gaby Jean in luogo di un elemento come Gaspar, le cui qualità sono note, di certo l’allenatore non è fesso. Abbiamo alzato il monte ingaggi, da 13 a 19 milioni. L’asticella l’abbiamo alzata con l’obiettivo di restare in alto. Però poi ci sono anche gli altri, e se noi facciamo il salto in alto e gli altri il salto con l’asta la colpa non è nostra. Per stare dietro a questo aspetto dovremmo indebitarci, e non vogliamo”.
KRSTOVIC. “Abbiamo respinto offerte per lui e non solo per lui. Affronteremo questi aspetti a fine campionato. Vogliamo tenere il meglio e fare sforzi che tengano conto della nostra sostenibilità”.
MANCATI REINVESTIMENTI. “Intanto tutti qui giocatori ceduti a buon prezzo non sono opera dello spirito santo. Abbiamo creato risorse, poi per le leggi economiche a cui dobbiamo sottostare abbiamo dovuto ovviamente provvedere. In un club come il nostro ciò che entra non è pari a ciò che esce. Per sopperire a questo gap e creare risorse da reinvestire in strutture ed al mantenimento della squadra bisogna andare sul mercato per creare risorse. Serve investire dove si è carenti, e come strutture non abbiamo niente e la cosa crea non pochi problemi. E’ inutile discutere di 5-10 milioni in più o in meno investiti, tanto rispetto ad altri club come Como o Parma noi dobbiamo comunque andare a cercare elementi che magari valgono 10 milioni e pagarli 1 o 2”.
ALLENATORI. “Con Baroni siamo stati insieme due anni ed abbiamo raggiunto i risultati, poi ci sta che le strade si dividano. D’Aversa lo abbiamo sostituito dopo l’episodio sul campo. Con Gotti si è fatto benissimo, ha raggiunto la salvezza con numeri importanti. Col senno di poi può essere stato un errore la durata del contratto, il tempo ha dimostrato che è stato un errore ma sono cose che puoi dire soltanto dopo. Al momento gli elementi ci facevano vedere con fiducia al futuro, scegliemmo i due anni per non stare a ridiscutere subito il contratto. Poi dopo le cose possono cambiare, ma al momento pensi di fare sempre la cosa migliore”.
CONSIGLI PER IL FINALE. “Ai tifosi dico di avere paura. Non ansia, che distrugge, ma la paura che invece aiuta. Ora ci attendono gare complicate. Roma o Venezia? Più importante la seconda, i veneti sono in gran forma. Al Lecce chiedo invece che sia una squadra di guerrieri, e lo dico con grande fiducia per affrontare il finale di un campionato comunque difficile e che, ripeto, affronto con paura perché mi dà la forza di affrontare al meglio la settimana”.