La passione per il calcio rappresentano un mix di emozioni e sentimenti che soltanto chi la vive in modo profondo può capire. Se poi a questo ci aggiungiamo quel legame che si crea con squadre che non competono per essere le migliori al mondo in assoluto, dunque intrinsecamente meno legate ai risultati, ecco che la mera soddisfazione di un successo è sostituita da elementi ancor più profondi e potenti, tanto da poter rendere un ragazzino sostenitore appassionato ed innamorato di un club situato al capo opposto del mondo. E questa è una storia di quelle che tanto ci piace raccontare e che ha come protagonista Ariel, argentino, 37 anni ed un segno particolare: 100% tifosissimo dell’Unione Sportiva Lecce.
Il mondo dei social ci dà la fortuna di conoscere storie come la tua, una storia che ogni tifoso salentino dovrebbe conoscere anche per comprendere quanto si è “fortunati” a poter sostenere certi colori. Da dove nasce la tua fede giallorossa?
“Ho vissuto tutta la vita a Buenos Aires, in Argentina, dunque ho “incontrato” il Lecce per la prima volta quando, diversi anni fa, non c’erano quasi mai partite integrali da vedere in diretta, ma i gol venivano trasmessi in un programma televisivo. A prima vista mi era piaciuta tantissimo la maglia giallorossa del Lecce. A quel tempo inoltre nel club si distinguevano anche Chevantón e Giacomazzi, quindi mi piacquero molto. Più in generale quando ero più giovane giocavano anche alcuni argentini come Ledesma, Mateo, Piatti, Osvaldo, Osorio tra gli altri. Come se non bastasse il conduttore di quella trasmissione aveva anche una forte e contagiosa simpatia nei confronti del Lecce, il che non fece che accentuare il mio affetto per la squadra”.
Come si è poi sviluppato questo “colpo di fulmine”?
“Col passare del tempo ho continuato a seguire il club. La retrocessione in Serie C mi ha fatto davvero male. In particolare nell’ultimo anno in questa categoria ho iniziato a dare ancora più attenzione ai salentini. Era la squadra di Mancosu, Ciccio Cosenza, Lepore e Tabanelli. Nel 2018 ho deciso di creare l’account Twitter Lecce Argentina affinché ci fosse un profilo in lingua spagnola dedicato al Lecce. A poco a poco è cresciuto e oggi conta quasi 500 follower, compresi account dedicati che ho scoperto esistere in altri paesi come Turchia, Polonia, Brasile e persino Arabia Saudita. Nel tempo ho creato anche un account Instagram, dove cerco sempre di postare notizie e risultati, non solo della prima squadra, ma anche della Primavera e della squadra femminile. E condivido le foto degli stampini con lo stemma del club che incollo in numerosi stadi argentini”.
Abbiamo spesso ospitato sulle nostre colonne sudamericani appassionati del Lecce. Avete un rapporto “continentale”?
“Grazie ai social network ho conosciuto diversi tifosi del Lecce in Sud America e con loro abbiamo condiviso un gruppo WhatsApp. Christian, Fernando, Manano che ha addirittura fondato nella sua città un club chiamato Amigos del Lecce, Sebastián, Pablo, Gustavo, Ale ed altri”.
Qual è il tuo giudizio sugli anni attuali che hanno rivisto il Lecce battagliare nel massimo campionato italiano?
“Questi anni hanno portato la gioia della promozione, la tensione di restare in Serie A e l’ascesa di molti dei giocatori più promettenti del club, come Hjulmand e Dorgu. Disponiamo inoltre di un consiglio di amministrazione che si impegna costantemente per la crescita del club, prendendosi cura dell’economia e creando progetti che contribuiscano allo sviluppo del calcio locale, come il Centro Sportivo”.
Ora sappiamo che hai un sogno che è sul punto di essere realizzato…
“Mi sono sposato nel 2023 e, poiché la situazione economica in Argentina non ci aiuta, la nostra luna di miele è stata rimandata. La prima cosa che ho chiesto a mia moglie è stata di visitare Lecce e realizzare il mio sogno di conoscere la città e poter visitare il Via del Mare. Lei lo sapeva già perché conosceva il mio amore per il club e ha detto subito di sì. Se tutto va bene, la sera del 2 maggio metterò piede nella città che ho sempre sognato di visitare. Quello che sento essere casa mia, a più di 11 mila chilometri da dove sono nato. E, come sempre, indipendentemente da ciò che accadrà in futuro con il Lecce, indipendentemente dal campionato in cui giocherà, avranno sempre qui uno dei loro tifosi più a sud del mondo”.
Parole che fanno davvero onore. Gracias, Ariel!