Affrontare il Como come una finale. È questo l’approccio che il Lecce deve adottare in vista dello scontro diretto con i lariani, uno snodo cruciale nella lotta salvezza. La squadra di Giampaolo è chiamata a un salto di qualità nella metà campo offensiva, dove servono idee, tecnica e capacità di gestione del possesso. In questo senso, la “batteria di piedi buoni” diventa determinante. Tra i protagonisti attesi c’è Tórir Helgason. L’islandese non ha ancora trovato il gol in questa stagione, ma ha già fornito quattro assist, gli ultimi due proprio nelle recenti gare contro Venezia e Juventus. Il numero 14 si sta rivelando prezioso sia per la costruzione del gioco che per la fase di pressing. Spesso lo si vede agire vicino a Krstović nel 4-2-3-1, supportando il pressing alto e dando equilibrio alla squadra.
Helgason è anche la miglior soluzione su palla inattiva, ora che Oudin è partito: da un suo calcio piazzato è nato l’assist per il gol di Baschirotto contro la Juve. Ma per superare un centrocampo di qualità come quello del Como – che può contare su elementi come Caqueret e Da Cunha – servirà qualcosa in più. Ecco perché Giampaolo potrebbe affidarsi a Medon Berisha dal primo minuto. Il giovane albanese ha mostrato di sapersi muovere bene tra le linee, aiutando la costruzione dal basso e offrendo soluzioni tra le due trequarti. Giocatori con visione, tecnica e personalità non abbondano nella rosa giallorossa, e Berisha rappresenta uno dei pochi capaci di dare ritmo e imprevedibilità. Certo, schierare insieme Helgason e Berisha comporta un rischio in termini di equilibrio. Ma l’urgenza di fare punti e la necessità di creare gioco spingono a osare. A completare il reparto servirà un mediano più fisico e di contenimento, con Ramadani, Coulibaly, Pierret e Kaba in ballottaggio.
Per vincere, al Lecce non basterà contenere: dovrà fare la partita. E per riuscirci, serviranno piedi buoni, testa lucida e coraggio.