E’ faccia a faccia con la capolista nel prossimo turno di Serie A per il Lecce, che sabato ospiterà gli azzurri del salentino Conte tra le mura amiche. Il Via del Mare sarà così teatro di uno dei derby del sud che più in assoluto si sono disputati nel massimo campionato da metà anni ottanta ad oggi. Le due formazioni si sono affrontate 19 volte nella loro storia nel Salento tra Serie A, B e Coppa Italia.

Il bilancio sorride agli azzurri: 6 vittorie a 5, più 8 pareggi. Ospiti che hanno vinto il primo precedente nel ’49 in B, un rocambolesco 2-3 bissato poi solo nel 1993/94 da Fonseca. Tra i vari sorrisi giallorossi, particolare risalto assumono la vittoria del 1988/1989 (1-0 firmato dal futuro mister Baroni) e quella del 2010/2011, con un capolavoro al millimetro di Chevanton a regalare una grossa fetta di salvezza ai giallorossi. E’, in quello che ad oggi è il più recente hurrà salentino nel confronto casalingo, che nacque il famoso coro della campanella.

Nel celebre successo del 1988, tra i partenopei non figurava in campo Diego Armando Maradona, che invece disputò gli incroci delle stagioni ’85-’86, ’89-’90 e ’90-’91. A questi, avvenuti in Serie A, va aggiunto il precedente di Coppa del 1988. In nessuna delle quattro occasioni El Pibe de Oro riuscì a regalare un successo agli azzurri (4 pari), ad ulteriore testimonianza della difficoltà del Napoli a far breccia nelle mura del Via del Mare.

Uno dei successi più netti degli azzurri poi nel settembre 2019, l’anno del ritorno in A con Liverani alla guida, quando la squadra di Ancelotti si impose con uno spettacolare 1-4 firmato doppio Llorente, Insigne (rigore parato e poi ripetuto dopo intervento del VAR) e Ruiz, con nel mezzo il penalty di Mancosu. Autogol decisivo nell’anno dello Scudetto di Spalletti. Nella circostanza vantaggio di Di Lorenzo, pari firmato Di Francesco ad interrompere il digiuno di gol giallorossi durato quattro gare e conclusivo autogol di Gallo a costare il ko. Gara senza storia un anno fa, con poker azzurro a consegnare a D’Aversa il primo dispiacere interno.