Al Bentegodi il ritorno di Helgason sulla trequarti

In panchina (ma positivo anche una volta entrato) con Atalanta e Napoli, l'islandese avanzerà il baricentro del Lecce

Dopo le due esperienze consecutive di trequarti muscolare, il Lecce torna all’antico. Lo farà a Verona, dove Giampaolo proporrà con alta probabilità un 4-2-3-1 più offensivo rispetto a quello visto con Atalanta e Napoli. Nelle circostanze infatti era stato avanzato Coulibaly con la scelta di optare per un mediano in più, mentre stavolta dovrebbe rivedersi Helgason.

Se con le due big vi era infatti necessità di dare più sostanza ad un centrocampo che con Juve e Como era apparso fin troppo leggero, stavolta il Lecce è costretto a fare la partita. O almeno a provarci, non agendo di rimessa ma alzando la qualità con un giocatore in grado di dare maggiormente del “tu” al pallone. Ed Helgason ha dimostrato di saperlo fare bene.

Se si pensa ai salentini versione 2025, infatti, si associa la poca fantasia mostrata da una squadra fin troppo piatta e prevedibile, onestamente più per carenza strutturale che di idee (ma ognuno ha le sue responsabilità, sia chiaro) in maniera pressoché esclusiva al classe 2000. L’islandese è in pochissimo tempo passato dall’essere di passaggio all’essere fondamentale, costretto a prendersi responsabilità anche eccessive e che hanno portato ad un fisiologico calo con l’arrivo della primavera. Nulla da rimproverargli comunque, eccezion fatta forse solo per una poca cattiveria in zona gol. E’ quel quid in più di cui il Lecce avrebbe tanto bisogno, da lui ma non solo.

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