Domenica il Bentegodi si prepara a vivere una giornata speciale: non solo per la delicata sfida salvezza tra Verona e Lecce, ma anche per il ritorno in campo — simbolico — dei grandi del passato. Tra loro Antonio Di Gennaro, autentica bandiera dell’Hellas degli anni d’oro, che dal 1981 al 1988 fu protagonista del miracolo scudetto sotto la guida del mago Bagnoli. “Anni fantastici”, ricorda con emozione l’ex centrocampista, oggi opinionista di grande competenza, che per un giorno tornerà “a casa”, nella Verona che lo consacrò.
La partita contro il Lecce ha il peso di una finale. Mancano tre giornate alla fine e la zona retrocessione è un incubo che aleggia su almeno quattro squadre, escluso il Monza già matematicamente retrocesso. Di Gennaro non si sbilancia ma avverte: “Il rischio è concreto per tutti, ma il Lecce è la squadra più esposta”.
I numeri parlano chiaro. Il Verona ha subito più gol di tutti in Serie A (63), il Lecce è il peggior attacco (solo 24 reti). Il possibile forfait di Krstovic, autore di quasi metà dei gol salentini, potrebbe pesare enormemente sull’esito del match. “Un pareggio aiuterebbe più il Verona che il Lecce, che poi affronterà Torino e Lazio”.
Occhio anche agli altri scontri: l’Empoli affronta il Parma in uno scontro diretto, e poi avrà il Monza e infine il Napoli. Il Venezia, appena sotto al Lecce, dovrà vedersela con Fiorentina, Cagliari e Juventus. Tutto è ancora in bilico.
“Il Lecce non è da Serie B”, sottolinea Di Gennaro. “Ha qualità, una gestione seria e un ds come Corvino che merita rispetto, non critiche”. Ma ora serve concretezza.