LOTTA SALVEZZA: «Chi vorrei che si salvasse è il Lecce, anche se ho amici in ogni piazza. Credo che siano tutte più o meno sullo stesso livello, perché tutte hanno dei limiti. Il Venezia non segna mai, il Lecce non è perfettamente amalgamato: ci sono tante realtà diverse che non riescono a fare gruppo, e questo è un problema nonostante la qualità. Adesso è difficile, ma ci sono le condizioni per salvarsi, e non dipende molto dal calendario. L’Empoli ha un calendario apparentemente più facile, ma non sta reagendo e non riesce a trovare buone prestazioni.»
INCOMPIUTA: «Al Lecce manca quel risultato in grado di accendere l’entusiasmo. Contro il Verona non sarà semplice, ma questo è un momento che può cambiare la stagione. Il Lecce non può permettersi di uscire male da questa partita.»
GIAMPAOLO: «Ha fatto delle scelte sbagliate, è andato in posti dove non avrebbe dovuto. Lo ha capito e, negli ultimi due anni, ha compreso che non poteva rischiare la carriera solo per lavorare. È uscito male dall’esperienza di Milano, non perché fosse troppo grande per lui, ma perché la società, in quel momento, era troppo piccola. A Lecce ha trovato la Serie A, una struttura verticale e competente. A me Giampaolo piace quando inizia una stagione. Quest’anno non ha avuto fortuna, ma se dovesse salvare il Lecce, avrebbe compiuto una bella impresa.»
KRSTOVIC: «Non è ancora pronto per una big. Le grandi squadre hanno già centravanti superiori. Se vuole crescere, Krstovic deve andare a giocare: meglio una squadra di medio-alta classifica, dove possa avere spazio e fare bene.»
FIORITA: «È stata una brutta pagina per il calcio italiano. Mi è piaciuto come si è comportato il Lecce, con una reazione civile. Sono stati meno civili i petardi contro il Napoli, ma fanno parte del folclore. Io porto avanti una battaglia contro FIFA e UEFA sui calendari: credo che quest’anno si sia arrivati alla vergogna totale. Abbiamo visto partite del girone d’andata giocate nel ritorno, gare spostate ogni 72 ore a seconda delle esigenze delle squadre — parlo dell’Inter. È un calcio disumanizzato. La morte di Graziano doveva essere gestita meglio. Invece, secondo me, qualche società concorrente ha messo dei paletti, temendo che squalifiche di alcuni giocatori potessero essere scontate in partite più agevoli. Ognuno ha pensato a sé, e non al sistema. Non è colpa solo della Lega, ma di un intero movimento.»