DISPONIBILI. “Saul sta bene: avevamo provato alla vigilia dell’Inter se si riusciva ad evitare l’operazione, ma anche con il tutore era condizionato. Dopo la sfida abbiamo fatto un briefing per operarlo e speriamo di averlo per l’ultima di campionato, vedremo se riuscirà a recuperare per la Roma. Njie era rientrato parzialmente, ma ancora ha fastidio e paura: lo gestiamo, domani non ci sarà Sosa sta meglio, la settimana prossima torna. E poi Karamoh ha un fastidio al pube che non gli permette di sprintare. Gli altri stanno bene”.
PARTITA. “Non guardo la loro classifica, dobbiamo solo onorare gli impegni e la maglia. Indipendentemente dal risultato o da qualche situazione come il primo tempo del Venezia, abbiamo sempre dato il 100%. A volte non risulta agli occhi, ma è ciò che faremo fino alla fine. E’ da tre gare che non vinciamo, è importante fare i tre punti perché dobbiamo tentare di conquistare il decimo posto: non è nulla, ma è qualcosa di mentalità. E poi non nascondiamo la storia, per il Toro è stato un campo difficile quello di Lecce. Se siamo uomini e conosciamo la storia, dobbiamo saperlo”.
ATTEGGIAMENTO. “Con il cambio di modulo siamo diventati più aggressivi, è un aspetto per arrivare ad essere più pericolosi in zona gol. Se conquisti palla nella metà campo avversaria, hai meno campo per stressare gli avversari. A volte non lo abbiamo fatto bene, a volte come con l’Inter nella ripresa non abbiamo fatto bene le preventive, però è un aspetto che è anche una strategia. Con l’Inter ho esasperato questo perché volevo una squadra coraggiosa e che provasse a non far giocare l’Inter nonostante le loro qualità, concedendo anche qualche occasione in più. Ma se guardiamo l’atteggiamento, abbiamo avuto l’occasione di Lazaro, quella di Adams che ha sbagliato uno stop di petto, la parata di Martinez su Adams, una gran chiusura di Calhanoglu. Queste cose non si contano, a volte si passa un messaggio negativo. Voglio questo fino alla fine, una squadra che dia tutto. Dobbiamo sempre stare in partita, anche a Lecce, e vuol dire capire i momenti di queste gare: gli avversari si giocano tantissimo, l’aspetto psicologico va capito. Bisogna capire se dare pressione perché sono in difficoltà, oppure quando respirare con la difesa bassa ma rimanendo sempre aggressivi”.
VENEZIA. “Ogni gara insegna qualcosa, dobbiamo essere bravi nella crescita. Con il Venezia c’è stato Gineitis che ha detto che dovevamo chiedere scusa ai tifosi, sono contento che lo abbia dichiarato un 2004. Il primo tempo non è stato un problema di atteggiamento, ma abbiamo abbassato la testa ai primi errori. Eravamo partiti bene, poi abbiamo sbagliato un paio di passaggio e abbiamo perso autostima e certezze. Nel secondo tempo abbiamo reagito. Lecce sarà in trasferta e sarà diverso, è un campo ostico storicamente per il Toro, in ogni gara ci sono più partite: si possono vincere anche gare brutte, non puoi giocare sempre bene”.
DIFESA. “Soprattutto quest’anno, con questa rosa, siamo passati a quattro ma durante la partita possiamo anche giocare a cinque e il centrocampo può giocare a tre. Abbiamo tante soluzioni, è capitato a Napoli dall’inizio oppure da adattare in corsa. Bisogna sapere leggere e capire qual è la strada giusta e la situazione migliore. Nel calcio moderno i giocatori devono essere flessibili”.
RETROCESSIONI TORO A LECCE. “Cerco sempre di portare avanti i valori del club, a livello sportivo e di storia. In questa settimana, ho percepito questo. Non bisogna enfatizzarlo, ma bisogna rispettarlo. E’ un aspetto che ho detto ai ragazzi, è come Superga: deve essere ogni giorno, non solo il 4 maggio. Poi quanto riesca a trasferire ai giocatori…Ci credo e faccio il massimo”.
GIOVANI. “Mi ripeto: tutti i giocatori devono essere pronti, io non guardo la carta d’identità. Valuteremo in rifinitura, vogliamo portare a casa punti. Ma se capissi che Perciun può fare il titolare, farà il titolare. Ed è già successo per Dembele e per gli altri giovani. Non faccio giocare un giovane per dare motivazioni alla squadra o perché siamo a fine stagione, non sono i miei valori. Un giovane gioca perché è bravo, ha prospettive e aiuta la squadra. Altrimenti vengono illusi. Tutti i giovani che si allenano con noi, devono essere pronti sia a entrare sia a essere pronti a giocare da titolari. Ma non sarebbe perché non vedo la mia squadra non motivata…Il giovane gioca perché ha prospettive, dovesse giocare sarei felice perché metterebbe esperienza”.
Qui le dichiarazioni integrali del tecnico granata.