Intercetto alto sul tentativo di ripartenza di Mario Gila, inserimento centrale a testa bassa e finta di corpo ad aggirare Guendouzi prima di un tiro sporco, in spaccata, ad acciuffare un pallone che sembrava scappare via. Un secondo che dura un’eternità. Gol. Lassana Coulibaly nella storia del Lecce con un’azione che nessuno rimuoverà più dalla memoria personale. Il 29enne ha firmato il primo gol stagionale in un torneo dove il Lecce, dopo nessun contributo da parte dei centrocampisti, ha conquistato la salvezza con sei punti frutto di due 1-0 di fila con due gol di altrettanti centrocampisti.
Se Ramadani con il Torino è il simbolo del riscatto, dell’abnegazione e anche della reazione in momenti difficili con scontri anche duri all’interno dello spogliatoio, il gol di Coulibaly è la fotografia del sacrificio e del lavoro sopra ogni cosa. Il numero 29 è cresciuto tantissimo spiccando nella reazione che il Lecce, numeri e prestazioni alla mano, ha avuto dopo la triste scomparsa di Graziano Fiorita.
All’Olimpico, Coulibaly ha interpretato la partita chiesta da Giampaolo da ago della bilancia tra il 4-3-3 e il 4-2-3-1. Trequartista di rottura, portatore di palla e, dopo un’occasione non sfruttata proprio contro il Torino dopo un break personale, incursore nei sedici metri avversari. Dall’intercetto al gol di forza c’è tutta l’essenza di un calciatore spesso schivo in campo e in sala stampa ma in campo dai mille polmoni.
Nella prima stagione da calciatore del Lecce, Coulibaly ha giocato tutte e 38 le partite (insieme a Falcone e Baschirotto). La soddisfazione del gol-salvezza è la certificazione più bella delle sicurezze date alla squadre e dell’ascesa nell’ultimo terzo di stagione.