Sticchi: “La salvezza è dedicata a Fiorita. Con la Lazio il suo coraggio e la sua protezione”

Il presidente dell’US Lecce esordisce nella conferenza stampa di fine stagione dedicando la salvezza al compianto Graziano

Il bilancio di fine stagione dell’Unione Sportiva Lecce 2024/2025 non poteva che aprirsi con il pensiero a Graziano Fiorita, che ci ha lasciato improvvisamente e dolorosamente a soli 47 anni dal ritiro di Coccaglio. Lì, nella provincia bresciana, il Lecce preparava la trasferta di Bergamo. Saverio Sticchi Damiani gli dedica la storia terza salvezza consecutiva, punto più alto dell’ultracentenaria storia del calcio in città, e prova a sintetizzare in un intervento il flusso di sensazioni vissute in quei giorni difficilissimi: “Non avendolo potuto fare prima, perché francamente non trovavo le parole e non me la sentivo, vorrei partire da Graziano Fiorita. Abbiamo raggiunto un’impresa storica per questo club e questa non può che essere dedicata a lui, che di questo cammino è stato parte integrante e ci ha aiutato anche da lassù, quando lo abbiamo perso fisicamente. E’ stato un evento che ha stravolto non solo la stagione, ma continua a stravolgere le nostre vite. Perdere un compagno di viaggio così giovane con una straordinaria moglie e quattro bellissimi figli durante un ritiro che la società aveva deciso di fare a mille chilometri e passa da casa sua ha implicazioni umane inimmaginabili. Un ritiro che avevamo deciso di fare dopo il ko di Como per dare un messaggio che non fosse comunque punitivo perché nessuno di noi era esente, non volevamo puntare il dito sulla squadra. Dedicare qualcosa alla memoria di Graziano? Sì, ci stiamo pensando”.

Nel tristissimo evento, il gruppo giallorosso, ritrovatosi solo e senza una colonna portante, si è unito ancor di più verso la realizzazione dell’obiettivo sportivo. Parlare del rendimento in campo in questa sede è ingiusto, ma il presidente Saverio Sticchi Damiani pensa all’assoluto bisogno di umanità di cui necessita il calcio: “E’ stato un ritiro in cui è scattata una molla. Ci siamo detti cose che non c’eravamo mai detti, si era creata qualcosa che mancava da un po’. Purtroppo quella mattina abbiamo dovuto poi affrontare una tragedia del genere. Siamo stati soli lì, lontani da casa, nessuno ci ha supportato. La scomparsa di Graziano ha dato un messaggio, unendo tutta Italia. L’ha data sull’importanza del lavoro che persone come lui hanno nel dietro le quinte delle squadre. E l’ha data sull’umanità che il calcio stava perdendo, un calcio in cui spesso si dà troppa importanza ad altro. Anche se per far emergere certi valori abbiamo dovuto sgomitare, poi tifosi, addetti ai lavori e, posso dire, anche le istituzioni dopo sono convenute sulla necessità e l’importanza di certi valori più umani”.

Il Lecce è sempre vicino alla moglie e ai figli: “Siamo in contatto quotidiano con la famiglia di Graziano – ha continuato Sticchi Damiani- la quale non va lasciata sola. Lui era una figura importante, trasmetteva certi valori nel gruppo. Penso che nella partita con la Lazio abbiamo avuto una sorta di protezione, in termini di tirare fuori un coraggio che viene da Graziano. Nello spogliatoio prima di entrare in campo ho sentito dire ai calciatori cose che non ho mai sentito dire loro prima”.

L’avvocato e docente leccese esprime anche altre considerazioni: “Sono il primo a chiedermi come mai soltanto dopo la scomparsa di Graziano ci sia stato uno scatto all’interno del gruppo giallorosso. Poi però il gruppo ha risposto ed è un gruppo che ha sempre avuto dei valori, pur nelle difficoltà”.

La conferenza stampa integrale di fine stagione

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