Gianluca Rocchi parla delle prospettive della classe arbitrale: “Abbiamo inserito due ragazzi giovani internazionali come Marchetti e Marcenaro – si legge nelle dichiarazioni riprese da tmw e SportMediaset-, potevano fare molto meglio e l’ho detto anche a loro ma il nostro ragionamento non è sull’oggi, ma sul domani. Se vogliamo avere arbitri al top sui 39-40 anni, dobbiamo investire su giovani di 32-33 anni. Sono rischi ponderati, ma stiamo facendo un investimento per il futuro. Gli obiettivi sono la riduzione e la ridistribuzione dell’organico, vogliamo valorizzare i giovani perché ad oggi facciamo fatica a utilizzare dei giovani nei big match. Abbiamo tre arbitri élite in UEFA e vogliamo almeno tornare a quattro, abbiamo tolto nomine internazionali a Fabbri e Doveri e comunque hanno fatto una grande stagione, hanno lasciato un posto e non è banale, ma hanno reso ancora meglio e questo dimostra la loro professionalità. Questo passaggio è valido soprattutto per il futuro”
LA COMUNICAZIONE. Rocchi continua parlando anche degli audio dei dialoghi tra direttore di gara e Var ormai pubblici: “Ci sono tanti errori, quello che mi ha fatto più riflettere è sulla comunicazione. Non è stato facile gestire gli audio su Open VAR, in alcune circostanze ho dovuto tutelare i ragazzi, esempio su Inter-Roma, ma questa è una scelta mia. Non sono bravo a preparare questo tipo di lavoro, come esperienza ho capito che è meglio far vedere tutto. Perché decisi di non far pubblicare l’audio? Quell’episodio ci ha creato tantissimi dubbi sull’intervento VAR, non sul rigore. E comunque mai nessun arbitro mi ha chiesto di non far sentire la sua voce. Questa è una sfida che lancio per il futuro, a me va bene questo ma dovreste anche concedere la possibilità di designare un arbitro che ha sbagliato anche la settimana successiva. Non posso tenere fuori un arbitro che ha fatto un percorso perfetto per sette mesi solo perché ha fatto un errore la settimana precedente. La comunicazione va fatta sempre a 360 gradi”
PUGNO DURO. Il designatore prosegue sul discorso della comunicazione: “Mi arrabbio su tutti gli errori, poi cerco sempre di capire come si è sbagliato. Alcuni episodi si potevano gestire meglio, non posso indicarne uno solo. Non possiamo permetterci un errore per superficialità. Sozza e Colombo hanno fatto un’ottima stagione, chi è subito dietro ha ampi margini di crescita, è normale che con 50 gare di Serie A inizia ad essere un arbitro vero. Avevo chiesto di essere duri nelle ultime giornate e sono stati allontanati cinque allenatori nella penultima giornata, le proteste sono eccessive. Se la strada del dialogo non è corretta dirò ai ragazzi di essere più duri da subito, non sono tollerabili alcune proteste delle panchine. Abbiamo dato un’apertura generale sui nostri errori, ci assumiamo le nostre responsabilità e non devo dire bravo a me stesso, ma agli arbitri perché ci sono ragazzi che sono disponibili a far ascoltare le loro voci per poi essere messi in discussione davanti all’opinione pubblica. Gli arbitri si mettono in discussione pubblicamente e questa cosa non va sottostimata, non è corretto. Sapere che la tua decisione sarà ascoltata non è cosa da poco, nessuno mi ha chiesto di non far ascoltare l’audio”.
GLI ERRORI DA NON RIFARE. Rocchi conclude sullo stesso tema pronunciandosi anche su qualche singolo: “Ci sono tanti errori, quello che mi ha fatto più riflettere è sulla comunicazione. Non è stato facile gestire gli audio su Open VAR, in alcune circostanze ho dovuto tutelare i ragazzi, esempio su Inter-Roma, ma questa è una scelta mia. Non sono bravo a preparare questo tipo di lavoro, come esperienza ho capito che è meglio far vedere tutto. Questa è una sfida che lancio per il futuro, a me va bene questo ma dovreste anche concedere la possibilità di designare un arbitro che ha sbagliato anche la settimana successiva. Non posso tenere fuori un arbitro che ha fatto un percorso perfetto per sette mesi solo perché ha fatto un errore la settimana precedente. La comunicazione va fatta sempre a 360 gradi. Mi arrabbio su tutti gli errori, poi cerco sempre di capire come si è sbagliato. Su alcuni episodi si potevano gestire meglio, non posso indicarne uno solo. Non possiamo permetterci un errore per superficialità. Sozza e Colombo hanno fatto un’ottima stagione, chi è subito dietro ha ampi margini di crescita, è normale che con 50 gare di Serie A inizia ad essere un arbitro vero. Tra i giovani ci stanno arrivando solo loro, con 20-30 gare hai meno esperienza. Quando ero più giovane c’erano partite meno complicate, quest’anno c’erano tanti incroci decisivi per la classifica e per questo ci vuole pazienza arbitrale. Ci vuole poi dall’altra parte un cambio di marcia da parte degli arbitri”.