Giampaolo l’ultimo dei rilanci di Corvino: sarà così anche per il prossimo?

Il Maestro ha portato il Lecce in salvo confermando i trend già visti nelle sette salvezze in A a guida del dirigente originario di Vernole

Corvino l’ha fatto ancora ed è diventato immortale. La frase pronunciata da Marco Giampaolo al termine di Lazio-Lecce 0-1, definita addirittura scherzosamente (o sarcasticamente) un guaio dall’allenatore abruzzese, ha suggellato la seconda salvezza di fila centrata dal Lecce con un allenatore subentrante, la settima per Corvino in A toccata sempre con allenatori quasi tutti uniti nella storia da un fattor comune di rilancio per le proprie carriere. Spesso il passato aiuta e, visto il nome di Di Francesco in pole per la successione di Giampaolo, il modus operandi si confermerebbe anche per la ricerca della quarta permanenza.

Il primo allenatore scelto da Corvino per il Lecce in A fu Alberto Cavasin. Dopo la mancata conferma di Sonetti, l’allora poco più che esordiente direttore sportivo nella massima serie lanciò il tecnico trevigiano, reduce da una salvezza in B con il Cesena da subentrato a Corrado Benedetti. Prima, Cavasin fu avversario del Lecce di Gian Piero Ventura con il Gualdo, portato ai playoff, prima di sfortune in C/1 alla guida del Fiorenzuola.

Delio Rossi, sostituto proprio di Cavasin nel 2001, arrivò in A al Lecce dopo aver scritto il suo nome nella retrocessione in C del Pescara (da esonerato e richiamato) dopo vent’anni. Dopo le ultime partite del campionato 2001/2002, la doppietta promozione-salvezza, con rimontona nel girone di ritorno, resterà una delle cavalcate più entusiasmanti della storia del Lecce.

Non fece eccezione al “modello Corvino” nemmeno Zdenek Zeman. Il tecnico che ammaliò l’Italia col Foggia e sfiorò le imprese su entrambe le sponde del Tevere, restando nel cuore di quella giallorossa, guidò anche il Lecce in un altro campionato di A leggendario, il 2004/2005. Prima di entusiasmare i tifosi salentini, e di avere diverse vedute sulle ambizioni della squadra proprio con Corvino, Zeman chiuse ultimo in Serie B con l’Avellino.

Il primo allenatore scelto dal Corvino-bis fu Eugenio Corini, una soluzione emergenziale dopo il mancato accordo per la continuazione della collaborazione con Fabio Liverani. L’ex regista veniva dal tourbillon di esoneri con Cellino al Brescia. L’eccezione, sentiamo di aggiungere che conferma la regola, fu Marco Baroni. Il fiorentino venne a Lecce da tecnico sì dopo un ottimo torneo cadetto con la Reggina ma seguito ai fallimenti nelle esperienze di Frosinone in A e Cremonese in B.

La consuetudine tornò con la nomina di Roberto D’Aversa all’inizio del campionato 2023/2024. Il pescarese fu defenestrato da Parma e Sampdoria prima di restare fermo un anno. Il suo sostituto fu Luca Gotti, allenatore conosciuto da Corvino ai tempi di Bologna (era il vice di Donadoni) e rilanciato in A dopo l’esonero dello Spezia, poi retrocesso. La “corvinata” recente è quella finita da pochissimo. Dopo gli esoneri con Milan, Torino, Sampdoria (inizio choc dopo una salvezza comunque assicurata da sostituto di D’Aversa), Giampaolo restò a casa per una stagione e mezzo prima della chiamata a sorpresa del Lecce.

Aggiungendo delle ipotesi a questa rassegna storica, Eusebio Di Francesco entrerebbe a piè pari in questo novero di allenatori arrivati nel Tacco d’Italia con bisogno di rilancio. Dati alla mano, l’ultima stagione con un successo di squadra di DiFra è la prima alla Roma nel 2017/2018: terzo posto e storica semifinale Champions conquistata dai capitolini (sconfitta rocambolesca col Liverpool) dopo 34 anni. Dopo, gli esoneri a campionato in corso con Roma (l’anno dopo), Sampdoria, Cagliari e Verona. Nelle ultime due stagioni, 55enne (abruzzese anche lui come D’Aversa e Giampaolo) ha avuto continuità ma ha chiuso con la retrocessione all’ultima giornata alla guida di Frosinone e Venezia.

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