“Voglio mettere in evidenza che non c’è alcun rischio per il popolo salentino, qualunque sia l’esito del contenzioso, che il nuovo Stadio di Lecce non veda la luce entro i termini previsti. Voglio precisare che l’appalto riguarda sia la progettazione esecutiva e sia l’esecuzione dei lavori di restyling. In questo momento non vi è alcun blocco ai lavori, dal momento che l’Amministrazione deve ancora approvare il progetto esecutivo. Si tenga presente che per la fase di progettazione e per la validazione del progetto esecutivo sono previsti, dal Bando, 60 giorni di tempo complessivi. Inoltre aggiungo che, a tutela di tutte le parti coinvolte, ieri abbiamo presentato al TAR Lecce anche una istanza per abbreviare ulteriormente i tempi processuali, ma oggi il Giudice salentino ha rigettato la richiesta, ritenendo che non vi fossero i presupposti di urgenza per concedere un ulteriore abbattimento dei termini processuali, fissando l’udienza di trattazione dei profili cautelari il prossimo 2 luglio”.
“Devo precisare che la richiesta di abbreviazione dei termini è stata guidata dal forte sentimento di appartenenza verso una Città, una Società sportiva, una Squadra che sono patrimonio dell’intero Salento, che non vogliamo assolutamente danneggiare in alcun modo, anzi. Voglio ricordare che la Leo Costruzioni ha partecipato alla gara di appalto, classificandosi seconda; dopo l’aggiudicazione ad un Consorzio di Ravenna, abbiamo richiesto l’accesso agli atti di gara e, dal momento che ci è stato consentito, abbiamo iniziato ad esaminare tutta la documentazione. Abbiamo rilevato delle carenze e delle anomalie nella procedura che, secondo il nostro parere, avrebbero richiesto altro tipo di approccio da parte del Seggio di gara e dal Responsabile Unico del Progetto”
“In particolare, il nostro ricorso è finalizzato a rilevare un utilizzo improprio del “soccorso istruttorio”, che è quell’istituto giuridico che consente, nell’ambito delle procedure di gara, di sanare o integrare carenze formali nella documentazione presentata dai concorrenti privati. Secondo noi, le carenze dell’offerta del Consorzio ravennate non erano soccorribili, anzi riteniamo che la Centrale di committenza avrebbe dovuto escludere l’aggiudicataria. Si tratta di aspetti attinenti alla qualificazione di talune categorie di progettazione (come quella del verde e delle opere per attività ricreativa o sportiva) e alla composizione del Gruppo di Progettisti scelto dal Consorzio, che, in seguito al soccorso istruttorio, si è ampliato di un ulteriore professionista. In verità, l’aggiudicataria ha utilizzato il soccorso istruttorio anche per regolarizzare altre carenze non rilevate dal Seggio di gara”.
“Per tali motivi, abbiamo ritenuto di proporre il ricorso avverso l’aggiudicazione, esercitando il nostro diritto di difesa. Confido anche che questa scelta non è stata presa “a cuor leggero”: tutti sanno che la Leo Costruzioni è tra i principali sostenitori territoriali dei giallorossi, avendo contribuito anche con iniziative di sponsorizzazione; management e dipendenti sono tifosissimi del Lecce, e la quasi totalità di loro anche abbonati storici. È proprio questo legame che ha portato a una riflessione approfondita all’interno del Gruppo: il ricorso è stato presentato non solo per motivi giuridici, ma anche con la consapevolezza di poter realizzare nei tempi tecnici previsti il restyling del Via del Mare, senza alcun danno per il popolo salentino. La tempistica, infatti, svolge ovviamente un ruolo fondamentale per la necessità di consegnare lo Stadio in tempo per l’inizio dei Giochi del Mediterraneo e, contestualmente, garantire durante il prossimo campionato di Serie A il regolare svolgimento delle gare interne, senza alcuna necessità di dover chiudere settori dello Stadio”.