SISTEMA CHIARO. “Ho ottimi ricordi di lui, sia come allenatore sia dal punto di vista umano. Era alla sua prima esperienza in A, ma dimostrò il giusto approccio con il gruppo. La sua scelta era per il 4-3-3 e il suo calcio era molto propositivo e a mio parere disputammo alcune buone partite, sviluppando idee tecnico-tattiche all’avanguardia. I risultati non furono quelli sperati e si sa che in Italia c’è sempre pochissimo tempo per costruire qualcosa. Pagò i pochi punti (8 in 12 partite, ndr) non all’altezza delle aspettative. Sono certo che però la prima parentesi di Lecce gli servì per i passaggi successivi della carriera. Il suo ritorno? Avrà la possibilità di farsi valere”.
LE DUE RETROCESSIONI. “I risultati vanno contestualizzati. In Ciociaria disponeva di un organico composto da giocatori talentuosi ma inesperti per la Serie A, ha pagato dazio all’ultima giornata. In laguna, la rosa annoverava calciatori stranieri che non conoscevano la Serie A e andavano plasmati. Li ha fatti crescere ma non è bastato per evitare il declassamento. In entrambi i casi ha svolto un buon lavoro, essere retrocesso alla fine pesa nei giudizi”.
SOFFRIRE. “Suppongo che Corvino e Trinchera non smantelleranno il gruppo. Di Francesco potrà contare su giocatori che conoscono la Serie A, il che è importante. Poi starà a tutte le componenti fare quadrato. Chi parte per non retrocedere sa che deve soffrire fino alla fine”.
SASSUOLO. “Di Francesco ha portato in A per la prima volta il Sassuolo e l’ha stabilizzata avviando un ciclo che è durato fino al 23/24 con altri allenatori. Alla Roma è poi arrivato in semifinale di Champions”.
GIAMPAOLO. “Che questo potesse essere l’epilogo si era intuito nel finale di campionato dopo la sconfitta col Como, al termine della quale si era ipotizzato il suo esonero. A bocce ferme, l’area tecnica ha fatto le sue valutazioni e ha deciso così”.