Il modello Lecce, basato sull’autosufficienza economica, resta un’eccezione nel panorama della Serie A. La maggior parte delle società dipende infatti dagli investimenti diretti dei propri azionisti, che, sommati, raggiungono quasi i 6 miliardi di euro. Una cifra che evidenzia la fragilità strutturale del sistema calcistico italiano, dove il mecenatismo rimane la linfa vitale per molte squadre. Ne parla La Gazzetta dello Sport.
Al vertice dei finanziatori c’è Dan Friedkin, il magnate texano che ha acquisito la Roma nel 2020. Il suo impegno economico ammonta a 958 milioni di euro, tra acquisizione delle quote e ricapitalizzazioni, oltre a un’ulteriore spesa prevista per il nuovo stadio a Pietralata, con un valore stimato superiore al miliardo. Al secondo posto si colloca RedBird, il fondo americano che ha rilevato il Milan nel 2022 per un investimento di 825 milioni, in gran parte versati a Elliott Management. Il podio è completato da Exor, la holding della famiglia Agnelli, con un esborso complessivo di 730 milioni nella Juventus a partire dal 2001, anno della sua quotazione in Borsa.
Le proprietà estere sono sempre più protagoniste del massimo campionato. Oaktree è divenuto azionista di maggioranza dell’Inter dopo il mancato rimborso del prestito concesso a Suning, portando l’esposizione totale a 442 milioni. Un’operazione che ha consentito al fondo californiano di subentrare nella gestione nerazzurra nel 2024. Tra gli altri casi significativi, Rocco Commisso ha speso 474 milioni nella Fiorentina (compresi 122 per il Viola Park) e Kyle Krause ha investito 443,5 milioni nel Parma. Colpisce anche l’impegno dei fratelli Hartono, gli uomini più ricchi della Serie A, che hanno versato 390 milioni nel progetto Como, avviato dal 2019 e comprendente investimenti immobiliari, sportivi e multimediali.
La cordata americana di Stephen Pagliuca ha acquisito l’Atalanta per 227 milioni, con ulteriori 67 milioni destinati a potenziare le infrastrutture, mentre Joey Saputo ha dedicato 292,5 milioni al Bologna dalla sua acquisizione nel 2014. Le ultime novità riguardano Dan Sucu, nuovo proprietario del Genoa con un investimento iniziale di 40 milioni, e Presidio, fondo americano che ha acquistato il Verona per 120 milioni, di cui 40 in equity. Alexander Knaster, invece, ha speso 110 milioni nel Pisa dal 2021.
Diversa la situazione per le proprietà italiane. Il Sassuolo ha ricevuto 483 milioni dal gruppo Mapei, cifra investita quasi totalmente tramite sponsorizzazioni. La Cremonese, sotto il controllo del gruppo Arvedi, ha beneficiato di 210 milioni dal 2007. Tuttavia, ci sono eccezioni come Aurelio De Laurentiis e Claudio Lotito, presidenti di Napoli e Lazio, che hanno speso rispettivamente solo 16 e 36 milioni, raggiungendo l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità gestionale.
Anche Urbano Cairo ha contenuto i costi al Torino, con un investimento di 72 milioni dal 2005, mentre Tommaso Giulini ha destinato 62 milioni al Cagliari. Il Lecce, sotto Saverio Sticchi Damiani e soci, ha richiesto 23 milioni dal 2015 per poi raggiungere l’autosufficienza. Il caso più longevo resta Gianpaolo Pozzo all’Udinese, che dal 1986 ha speso 22 milioni, con la possibilità di monetizzare con l’ingresso degli americani di Guggenheim Partners.