Un mese fa il tripudio all’Olimpico: che bello aver raggiunto l’apice della storia!

Era il 25 maggio quando il Lecce conquistava la salvezza battendo la Lazio resistendo tutta la ripresa in dieci contro undici

La tensione allentata, un’estate che ormai è arrivata e la voglia di scoprire il Lecce che sarà sono già le sensazioni che comandano l’emotività di ogni tifoso giallorosso. C’è chi si “disintossica”, chi già è proiettato a Genoa-Lecce del 23 agosto 2025 e chi aggiorna continuamente le news di calciomercato in attesa di conoscere (e commentare) l’organico che sarà.

La possibilità di vivere ancora una volta il sogno della Serie A è stata conquistata esattamente un mese fa. Era il 25 maggio 2025 quando il Lecce di Giampaolo, all’ultima giornata di campionato, vinse clamorosamente in casa della Lazio dopo un campionato con pochissimi (3) punti conquistati contro le grandi squadra. Il recupero alto di Coulibaly al 43′ innescava l’uno-due con Krstovic e il maliano, in caduta, spingeva il pallone nella porta sotto la Curva Nord biancoceleste anticipando Mandas in uscita. Gol. Intervengo dall’Olimpico al minuto 43. Il Lecce è vantaggio con Coulibaly, un centrocampista nell’anno, fino alla bomba di Ramadani col Torino, senza gol dei centrocampisti. Tripudio del gremitissimo settore di tifosi giallorossi riversatisi in massa nonostante l’apertura della trasferta concessa solo venerdì.

Ciò che è accaduto dopo la rete di Coulibaly è sofferenza, attenzione, abnegazione, sacrificio, in campo e sugli spalti. Falcone parava Castellanos e Zaccagni e l’arbitro Fabbri ci metteva del suo, in una stagione, l’ennesima, decisamente non tranquilla per “attenzioni” date dalla classe arbitrale al Lecce. Fallo (anche un po’ evitabile) di Pierotti per un contatto leggerissimo con Tavares e secondo giallo. Mentre si guarda con trepidazione ai risultati di Empoli-Verona, Atalanta-Parma e Venezia-Juventus, i più si preparavano già a soffrire e cercare di lottare e sperare in uno spareggio.

La sofferenza diventa apnea in apertura di secondo tempo. Castellanos, Pedro e Guendouzi esaltano le parate di un Falcone che a fine partita si toglierà un po’ di sassolini dalla scarpa, Gaspar è un radar anti palloni aerei e Gallo si oppone col corpo a un piatto a botta sicura nel cuore dell’area di Pedro. Falcone toglie letteralmente dalla porta l’1-1 di Castellanos al 65′. Il portiere anticipa ancora Castellanos e il bagher al 79′ sull’eterno Pedro è l’ennesimo brivido sulla schiena del popolo giallorosso. Il Lecce è un pugile che sa stare all’angolo. La Curva Nord, quella leccese, coordina un sostegno passionale, romantico, nei momenti decisivi del match e, tra un coro e l’altro, con lacrime di paura mista a emozione, incredulità ed esaurimento, si arriva ai minuti di recupero.

Sono 5. La lavagnetta luminosa del quarto uomo è il primo segnale di quello che sta succedendo. Il Lecce ce la può davvero fare. Dopo 90′ a testa bassa, serve alzare la testa, portare il pallone lontano dall’area da una parte e cantare più forte cercando (e riuscendo) a farsi spazio tra 55mila laziali dall’altra. Krstovic sfinito lascia il campo ed entra Burnete. Proprio il giovane romeno si batte e causa l’espulsione di Romagnoli. Sì, ce la stiamo facendo vagnuni. Sì Lecce. Il fischio finale, lontanissimo idealmente, arriva.

E’ festa, è gioia sana, senza alcun preparativo, niente magliette celebrative, niente “ma come festeggiamo”. Solo adrenalina, urli, lacrime sì, tante, a partire da chi scrive. Il Lecce è ancora in A e lo stadio Olimpico diventa il teatro, bellissimo, del punto più alto della storia del calcio nel Tacco d’Italia. La notte è lunga e l’emozione resta uno squarcio dentro cuori fin troppo intorpiditi da eccessiva dose di razionalità e un campionato che rischiava di finire male. Il Lecce 2024/2025, i ragazzi di Marco Giampaolo, elegante e sornione in un successo anche importante per la sua carriera, e i 4000 innamorati salentini dello Stadio Olimpico hanno fatto la storia. Un mese dopo è ancora più bello.

Subscribe
Notificami
guest

13 Commenti
più nuovi
più vecchi più votati
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Il mercato dei capitolini impazza ma non per l'attaccante centrale: Dovbyk vuole rimanere...
Anche Abate è all'esordio ufficiale al timone e con una rosa in piena costruzione. Almeno...
I giallorossi di Eusebio Di Francesco ospitano la Juve Stabia di Ignazio Abate. Votate il...

Altre notizie