CROAZIA. “E’ stata una esperienza bellissima. Tendiamo a snobbarli certi campionati quando non sono di prima fascia, quando invece ci sono realtà molto importanti. Io ho vissuto lì 9 mesi lunghi, bellissimi. Abbiamo giocato due volte a Spalato contro l’Hajduk davanti a 50mila spettatori e due volte a Zagabria. Tre volte abbiamo battuto la Dinamo, ho giocato in Conference League… Un’esperienza che mi ha arricchito molto”.
SETTORI GIOVANILI E TROPPA FAME DI VITTORIA. “Non ho mai capito questa cosa. Ho da sempre lavorato nei settori giovanili, penso semplicemente che si possa fare un grande lavoro, lavorare sui giocatori e, contemporaneamente, cercare di vincere. Negli altri sport è così, nel tennis esistono le classifiche dei bambini di 8 anni, senza voler fare paragoni. Poi dal bianco al nero c’è una scala di grigi enorme. Non mi piace che si demonizzi questa cosa”.
ESPOSITO E CAMARDA. “Ogni situazione va valutata chiaramente e non sta a me dire a tavolino cosa sia giusto per tutti. Dico solo che prima fanno certi step, prima secondo me capisci dove il loro percorso possa trovare delle difficoltà”.
FUTURO. “Ho avuto la possibilità di parlare con tanti dirigenti, vedo che in tanti club puntano sempre di più sui giovani e questo mi piace. Vediamo cosa si può incastrare bene, sono ambizioso. Per quanto riguarda l’Italia beh: chiaramente da italiano un ritorno mi stuzzica sempre”.