Negli ultimi anni in casa Lecce è maturato un legame particolare con la regione Abruzzo, questo per via delle origini dei tecnici che hanno guidato i salentini dalla panchina. In origine, nell’estate del 2023, fu Roberto D’Aversa, seguito la stagione appena conclusa da Marco Giampaolo (con intervallo veneto corrispondente al nome di Luca Gotti) e dunque dal neo allenatore Eusebio Di Francesco. Diversi luoghi di nascita ma la stessa terra d’origine, a rinforzare un asse adriatico che, fino ad oggi, ha grossomodo sempre tenuto i giallorossi vicini all’obiettivo o anche di più.
Nato a Stoccarda, Roberto D’Aversa ha sangue abruzzese da parte di padre, originario di Città Sant’Angelo, città alle porte nord di Pescara. Dove ci è tornato con la famiglia quando aveva appena tre anni. Cresciuto nella Renato Curi Angolana, ha poi giocato nel Pescara e chiuso la carriera alla Virtus Lanciano. E sempre nella cittadina della provincia di Chieti ha avviato la sua carriera da tecnico, passata dal Salento in una stagione iniziata con sogni estivi europei e conclusa non bene, ma con la squadra comunque ancora fuori dalla zona retrocessione grazie proprio ad uno strepitoso avvio.
D’Aversa fu poi sostituito da Gotti, a sua volta rimpiazzato da Marco Giampaolo da Bellinzona, ma originario di Giulianova. Anch’egli figlio di emigrati che hanno fatto presto ritorno nella terra natia, in questo caso quando il piccolo Marco aveva appena un anno. Il lavoro “abruzzese” del Maestro è iniziato da calciatore con il giallorosso del Giulianova, ben 109 presenze da centrocampista. Da tecnico, invece, solo due esperienze da vice, prima a Pescara e poi nella sua Giulianova, nel 2001/02. Il giallorosso lo ritroverà 22 anni dopo percorrendo la Statale 16, in una Lecce dove tornerà ad esultare.
E adesso tocca ad Eusebio Di Francesco, che a differenza dei predecessori in Abruzzo non ci è solo cresciuto ma anche nato. Da calciatore però zero esperienza in una casa in cui lavorerà solo da dirigente (di Val di Sangro e Pescara) e da allenatore (Virtus Lanciano e nella sua Pescara). Ora anche per lui quel medio-lungo viaggio verso sud, già percorso 14 anni fa, stavolta con la voglia di un epilogo diverso, magari festoso e storico come quello del suo predecessore e conterraneo.