SAMPDORIA. “Ho scelto la Samp perché il progetto mi piaceva, si poteva vincere ma non è andata come previsto. Il primo cambio di allenatore ci ha scombussolato, con Sottil non andavamo male, da novembre è subentrata un po’ di paura. Ci siamo resi conto tardi in quale guaio ci stavamo mettendo. Eravamo morti, poi grazie a Cellino è arrivata questa chance e non potevamo sprecarla: è scoccata la scintilla, i tifosi quando ci hanno fatto levare le maglie ci hanno dato una mazzata, ma abbiamo trovato la forza giusta per affrontare e vincere il playout”.
RICORDO PIU’ BELLO. “La tripletta a Buffon in Lecce-Parma: mi disse che avrei fatto gol fino a 40 anni in B. Una giornata bellissima. Ricordo qualche bel tiro al volo, come quello di quest’anno al Modena. Però anche 9 rigori sbagliati, su una cinquantina calciati: tre solo a Benevento, due di fila, poi li ho lasciati a Viola”.
MANCANZA DELLA A. “L’amarezza c’è. A Parma ero partito bene, ma un infortunio mi ha fermato. E poi a Benevento non me la sono goduta. Da allora ho deciso: o mi arrivava un’importante opportunità, o era meglio giocare in B per vincere. Meglio essere un numero uno in B che uno dei tanti in A”.
ANNATE PIU’ BELLE. “Sicuramente le due al Lecce. Non solo per i 42 gol, i titoli da capocannoniere e la promozione, ma anche per il legame creato con i tifosi e con una città bellissima”.