
Il cammino del Lecce inizia a Neustift, in Austria, dopo aver lasciato l’habitué Folgaria. Dopo i primi test i giallorossi regalano sorrisi e speranze nelle notti d’estate con la vittoria 3-0 contro il Werder Brema decretata dalla doppietta lampo (31’ e 34’) di Krstovic seguita dal tris di Rafia. A Linz, Luca Gotti prosegue nei suoi test (in cui s’intravede già la duttilità di Dorgu schierato anche difensore centrale) anche contro il Galatasaray. I turchi beneficiano degli errori del Lecce con Ziyech e Zaha ma Gaspar, sostituto di Pongracic tra i nuovi aggregati già in Austria insieme a Morente, Pierret e Früchtl fissa il punteggio finale sull’1-2. Quattro giorni dopo, spazio alle seconde linee nella sconfitta in terra austriaca (1-2, temporaneo vantaggio di Krstovic), contro l’Huddersfield Town.

Marchwinski è il profilo giovane acquistato per la trequarti e, al ritorno del Salento, brilla nel test di lusso contro il Nizza disputando il secondo tempo: doppietta in quattro minuti a riacciuffare il doppio vantaggio ospite nella gara terminata 2-3 con rete di Bouanani. Corvino puntella la rosa ad agosto e aggiunge gli arrivi di Jean, Pelmard, Bonifazi, Hasa e soprattutto Coulibaly, “lavatrice” di palloni essenziali per la mediana. Il “prologo” di Coppa Italia è Lecce-Mantova. L’inzuccata di Gaspar è il primo gol ufficiale dell’annata 2024/2025. Nella partita contro i virgiliani si produrrà un film che sarà ahinoi costante (in verità anche fisiologica) dell’anno: i cali di tensione. Bragantini pareggia meritatamente ma Krstovic segna il primo dei 12 gol stagionali e porta i salentini avanti. In attacco, il vice Krstovic è Ante Rebic, vecchia gloria del Milan scudettato di Pioli in cerca di rilancio dopo un campionato incolore al Besiktas.

L’esordio con l’Atalanta è da dimenticare. La banda di Gasperini passeggia al Via del Mare dopo la Supercoppa Europea contro il Real Madrid con le doppiette degli esordienti Brescianini e Retegui. Il Lecce è arrendevole e la tempra della squadra di Gotti che ha conquistato la salvezza solo pochi mesi prima svanisce sotto il gioco spettacolare della Dea. La rete di Darmian dopo pochi minuti scrive la storia prevedibile di Inter-Lecce 2-0, rifinita da Calhanoglu su rigore. Al Meazza saluta Gendrey, destinato all’Hoffenheim. Un altro francese, ma d’esperienza, arriva al suo posto: è l’ex Strasburgo Frederic Guilbert. L’avvio è difficilissimo e il Lecce si rifà pur soffrendo tra le mura amiche nel primo scontro diretto della stagione: al Via del Mare è ancora estate (31 agosto) e Krstovic, dopo un errore grossolano, mette dentro il primo gol in campionato del Lecce. Nel finale si soffre, il Cagliari spreca l’opportunità del pari con Viola ma alla fine sono tre punti che innestano la marcia positiva al campionato.

Le conseguenze si vedono già dalla gara successiva all’Olimpico Grande Torino. Il Lecce riscopre il talento nella stagione bloccato da infortuni di Berisha e va a far visita a un team che comincia la stagione a mille, ma sono le parate di Milinkovic-Savic a tenere in piedi i granata: 0-0 e passettino in avanti con tanti segnali positivi dal punto di vista del gioco. La coda d’estate è il primo vero crocevia della stagione. I giallorossi vanno in vantaggio 2-0 contro il Parma: Dorgu emerge anche in zona realizzativa e si conferma l’uomo in più della squadra e attorno all’ora di gioco Krstovic pareggia con una punizione deviata. Il Parma però cresce, preme tantissimo sulla corsia sinistra del Lecce, che resiste fino al tracollo inimmaginabile tra il 93’ e il 95’. Doppio colpo Almqvist-Hainaut e due punti che scivolano via con rabbia pensando anche alle occasioni di 3-0 non capitalizzate dall’attacco.

Il Lecce accusa il colpo già a partire dalla sconfitta in Coppa Italia, senza repliche, contro le seconde linee del Sassuolo (0-2). Alla sesta giornata, si ripete il copione del crollo verticale anche a San Siro: 3 reti in cinque minuti e il Milan passeggia contro una squadra che fatica a trovare un ordine tattico nei suoi interpreti. Dorgu, arma più potente dell’attacco, si divide tra tridente offensivo e ruolo di terzino sinistro. Rebic, ex di turno a casa Milan, non incide né da vice Krstovic né da esterno offensivo. La pochezza offensiva continua anche a Udine, dove i padroni di casa premono già dal primo tempo e conquistano la vittoria con la punizione di Zemura. Il 20 ottobre 2024 è una Caporetto giallorossa. L’encomiabile pubblico del Via del Mare assiste allo 0-6 della Fiorentina, la peggior sconfitta interna della storia del Lecce in Serie A. Cataldi e Colpani, con doppiette, arrivano al poker, e l’espulsione di Gallo rende la ripresa un allenamento per la Viola, in gol con Beltran e Parisi. Si comincia a parlare dell’esonero di Gotti ma l’area tecnica del Lecce e la società mantiene la barra dritta anche dopo la successiva sconfitta di Napoli (guizzo di Di Lorenzo) contro i futuri Campioni d’Italia.

Nell’infrasettimanale del 29 ottobre, il Lecce è di fronte a un altro dentro o fuori, lo scontro diretto contro il Verona. La partita è ad altissima tensione, solo Dorgu riesce a dare contenuti tecnici in un match bloccatissimo. Il danese segna due volte, ma il Var annulla. Gli scaligeri restano in dieci per il fallo da ultimo uomo di Tchatchoua e Dorgu (chi sennò) mette nel sacco il pallone dell’1-0. Il Verona paga anche l’espulsione di Belahyane e, in 11 contro 9, è emblematico il palleggio pauroso in attesa del fischio finale. I più positivi sperano in un’altra rinascita come dopo Lecce-Cagliari, ma al Dall’Ara di Bologna l’atteggiamento fin troppo sparagnino di Gotti contro una squadra che ancora doveva spiccare il volo (senza vittorie casalinghe) mette i la gara su binari favorevoli all’avversario. Nell’ultimo spezzone, Miranda sfonda a sinistra e Orsolini fa restare il Lecce a bocca asciutta. Sei giorni dopo, l’appello è in un altro scontro diretto da giocarsi al Via del Mare: Lecce-Empoli. D’Aversa torna da ex nel Salento dopo la famigerata testata e passa in vantaggio contro il suo successore col destro di Pellegri. Nel secondo tempo, Gotti si gioca il tutto per tutto: Pierotti, Sansone, Dorgu, Krstovic e Rebic insieme. L’argentino fa 1-1 e le possibilità di rimonta si stampano sul legno colpito da Sansone.

È il capolinea per Luca Gotti. Il 9 novembre 2024, il giorno dopo di Lecce-Empoli, la società di via Costadura comunica l’esonero del tecnico veneto prima della sosta per le nazionali. Per la sostituzione, Corvino opera l’ennesima scommessa di rilancio. Dopo Cavasin, Rossi, Zeman, Baroni, D’Aversa e Gotti è la volta di Marco Giampaolo, chiamato a bissare la salvezza da subentrato riuscita al suo predecessore dopo un anno e mezzo di stop. La sua ultima esperienza fu alla Sampdoria nel 2022/2023. Il Maestro si presenta in sordina, da “uomo di campo” come desiderato dal responsabile dell’area tecnica e esordisce con una rocambolesca vittoria sul campo del Venezia. Falcone e la scarsa mira dei lagunari tengono la baracca in piedi e una ripartenza mortifera sull’asse Gallo-Dorgu segna la gara. Il Lecce si conferma infallibile nelle partite contro le dirette concorrenti. I mattoncini per la salvezza saranno fabbricati qui prima dello sprint finale.

Giampaolo esordisce al Via del Mare da allenatore del Lecce contro la Juventus in emergenza infortuni e strappa un punto con graffio finale, l’unico della stagione, di Rebic su assist di Krstovic a seguito di una palla persa da Cambiaso. Il croato non esulta (prime avvisaglie di un elemento mai purtroppo integratosi nello spogliatoio) ma il Lecce si tiene una mini-striscia di tre risultati utili che termina contro la Roma, in una partita che, complice la crisi dei capitolini che ricorrono alla cura Ranieri, classifica alla mano è uno scontro diretto. Krstovic pareggia Saelemaekers ma, dopo tre cambi all’intervallo, Mancini-Pisilli-Koné mettono la freccia. Il Lecce c’è e non fallisce l’ennesimo scontro diretto in casa, contro il Monza. L’autorete di Dorgu, già attenzionato da tutti i grandi club d’Europa in attesa del calciomercato di gennaio, pareggia il destro di Morente. Il 4°gol di Krstovic, al minuto 44, fa 2-1. Il Lecce è nel gruppone delle squadre in una lotta salvezza che tarda a frammentarsi. Dicembre continua con l’ultima partita prima di Natale, ancora al Via del Mare contro la Lazio. I biancocelesti si prendono la vendetta sportiva del ko al primo atto della stagione precedente, ma il Lecce di Giampaolo gioca alla grande e anche in dieci (rosso a Guilbert) sfiora il 2-2 nel finale con Kaba dopo la stoccata di Marusic che segue i gol di Castellanos e Morente.

Il 2024 si chiude con il passaggio a vuoto di Como (2-0 e tanto divario tecnico con il ricco club di Suwarso) e il girone d’andata con lo 0-0 contro il Genoa solido di Patrick Vieira. Il Lecce va al “giro di boa” con 17 punti a pieno contatto con tante concorrenti. Questo accade dopo un fatto di cronaca che guasta la cena di Natale del club. Dopo il classico ritrovo augurale insieme alle famiglie, Andy Pelmard percorre contromano una strada del centro di Lecce a forte velocità seminando il panico e causando un inseguimento con le forze dell’ordine. Patente ritirata, notizia che rimbalza nell’intero mondo sportivo e, sul piano tecnico, esclusione dalla rosa completata poi dall’interruzione del prestito.

Corvino apre il calciomercato di gennaio con l’ingaggio di Karlsson in prestito dal Bologna, mentre per Dorgu s’affaccia il Manchester United, la squadra che poi lo acquisterà. L’11 gennaio il Lecce comincia al meglio il girone di ritorno imponendosi ad Empoli. Morente e Krstovic fanno 0-2 già all’11’ ma spicca l’eleganza e le scelte tecniche di Helgason, reintegrato in rosa su impulso di Giampaolo già dalla sua prima gara al Lecce. L’islandese manca il tris e nel secondo tempo Cacace spaventa i giallorossi, che vacillano ma poi festeggiano sul delizioso sinistro a giro di Krstovic. Il Lecce non sbaglia gli scontri diretti, ma l’eccezione è il successivo viaggio a Cagliari. Dopo un primo tempo di carattere (Pierotti scarica in porta il gol dello 0-1 al 42’), i giallorossi subiscono la pressione del catino sardo e, dall’ora di gioco in poi, crollano fino al 4-1 finale rifinito da Obert in cui va in gol anche il leccese Luperto.

Se da una parte il rendimento negli scontri diretti dà sicurezze numeriche al Lecce, dall’altra le partite contro le prime 10 forze del campionato sono delle sentenze già scritte in cui la squadra, arrendevole, si lascia portare via dall’inerzia decisa dalle big. È così contro l’Inter al Via del Mare (0-4, Frattesi-Thuram-Dumfries-Taremi). Il calciomercato accelera e il Manchester United, dopo una prima offerta rifiutata da Corvino, trova la quadra giusta per l’acquisto di Dorgu per una somma fino al totale raggiungibile coi bonus di 35 milioni. In tutto questo si gioca Parma-Lecce. Il danese parte dalla panchina e vede i suoi compagni conquistare un altro vitale 1-3 in trasferta. Krstovic riacciuffa Valeri con un bellissimo colpo di testa su cross col contagiri di Helgason e nella ripresa serve a Pierotti i palloni per gli altri due punti. Nella nebbia del Tardini festeggia la sempre presente (quando possibile) marea di tifosi salentini.
Dopo la vittoria in terra ducale, Giampaolo inanella due 0-0 di fila contro Bologna e Monza. Positivo, più che altro per tempra e crescita in corso dell’avversario, quello coi felsinei, un po’ meno il successivo “punteggio a occhiali” al Brianteo contro una squadra (alla prima partita con il Nesta-bis) che rischia anche di giocare lo scherzetto. Falcone vola su Caprari e nel finale non si capiscono Krstovic e N’Dri. L’ivoriano arrivato dall’OH Lovanio è il neoacquisto di gennaio oltre a Sala per sostituire Dorgu nei due slot. La difesa si riempie numericamente con Danilo Veiga e Tiago Gabriel, entrambi arrivati dall’Estrela Amadora. Partono Oudin, Bonifazi, Faticanti e Listkowski.

Lecce-Udinese del 21 febbraio è l’occasione per dare una spinta alla lotta salvezza e conquistarsi una posizione favorevole. Sarà l’inizio di un calo verticale. Lo scellerato Bonacina assegna un calcio di rigore per un contatto inesistente tra Jean e Lovric, Lucca segna e le copertine dei quotidiani nazionali, più che al torto enorme subito dal Lecce, danno spazio alle bizze della futura stella di un’Italia calcistica che annaspa nella mediocrità. Le sconfitte di fila diventeranno cinque. A Firenze, Danilo Veiga nel finale manca il pallone dell’1-1 e l’ennesimo romanzo thriller descrive Lecce-Milan, 28°giornata in programma all’ombra del Duomo Barocco l’8 marzo. Krstovic supera Maignan con una bomba da fuori e sigla la personale doppietta che vale il corteggiamento proprio del Milan al 59’. L’abbraccio collettivo del montenegrino con la Curva Nord sembra aprire a una sorta di riscatto sportivo dopo la beffa del gol del 3-2 annullato a Piccoli nel 2023/2024. Giampaolo pregusta anche il personale riscatto dopo il trattamento subito a Milano. Non succederà, purtroppo per il Lecce, nulla di tutto questo. Il match finisce sì 3-2 ma per il Milan. Pulisic all’81’ ringrazia Leao e, giustamente, porta i punti a Conceicao. La fragilità mentale del Lecce si ripete ancora in più punti della stagione.

Il rigore di Krstovic risponde alla doppietta di Miretti in casa del Genoa, ma i liguri in emergenza nonostante la bravura di Vieira bastano a piegare un Lecce molle e rivedibile soprattutto in caso del primo gol rossoblu. Altre recriminazioni accompagnano lo 0-1 incassato contro la Roma. Dobvyk sportella Baschirotto prima di insaccare in porta. Giampaolo può solo commentare il ko. Lecce-Venezia della 31° è un altro appuntamento campale, quasi da dentro o fuori vista la lentezza con cui si fanno punti dietro. Le domeniche dei tifosi del Lecce ormai sono divise tra la speranza per un risultato positivo e la costante attenzione, che sfocia in “gufata” ai risultati di Verona, Parma, Venezia ed Empoli, concorrenti per la salvezza insieme all’ormai attardato Monza. La partita coi lagunari è un’altra gara in cui i ragazzi di Giampaolo costruiscono tanto senza finalizzare. Alla prima palla-gol, Di Francesco passa con l’autorete di Gallo su tocco di Zerbin. La negatività invade il pubblico, s’inizia a sentire sconforto, ma Baschirotto stacca di testa e supera Radu. A questo Lecce servono gli schiaffi per reagire. Nel finale ci sono gli attacchi a testa bassa e N’Dri si ferma sul palo. Baschirotto si ripete allo Juventus Stadium risvegliando il torpore sul 2-0 bianconero, ma c’è poco da fare in un’altra partita dove i giallorossi recriminano per il mancato fallo dal limite sul gong e, in apertura, per la mancata espulsione di Renato Veiga.

Il punto più basso della stagione è Lecce-Como 0-3. Fadera sbeffeggia il Via del Mare in una partita in cui Fabregas è sempre padrone del campo. Al termine della gara scoppia la contestazione contro l’area tecnica in cui s’invita la società a fare qualcosa. Qualche coro anche contro Giampaolo, che dopo Lecce-Venezia aveva “chiamato alle armi” la tifoseria durante la partita rinviando le rimostranze solo a dopo il fischio finale. Anche Giampaolo probabilmente crede di essere esonerato, ma Sticchi Damiani e Corvino rinnovano la fiducia al Maestro e mandano la squadra in ritiro a Coccaglio, in provincia di Brescia. C’è da preparare la gara proibitiva contro l’Atalanta, a cui il Lecce arriva con soli 2 punti fatti contro le big.

Durante il ritiro lombardo, la terribile notizia. Graziano Fiorita, stimato professionista e anima del gruppo, ci ha lasciati improvvisamente per un malore. La notizia scuote tutto il mondo sportivo e, ai posteri, dà una scossa elettrica per lottare al gruppo. I giorni successivi alla morte di Fiorita sono struggenti. Il Lecce torna in fretta e furia a casa senza un amico, un collega, una colonna. Dalla Lega Calcio, però, nessuna sensibilità: non si va oltre il primo rinvio al 27 aprile. L’Atalanta di certo non si pone a favore dell’ulteriore proroga e il Lecce si trova ad affrontare trasferta e viaggio con un proprio uomo ancora da salutare per l’ultima volta. La squadra scende in campo con le emblematiche maglie bianche con scritto “nessun valore, nessun colore”, la tifoseria bergamasca è solidale con il popolo giallorosso. Sul campo, termina 1-1 con i rigori di Karlsson e Retegui. Un punto che è davvero l’ultima cosa nonostante la sua importanza.

Lecce-Napoli 0-1 (punizione-gol di Raspadori) spinge Conte al match-ball scudetto nella giornata dell’”unione” tra le due tifoserie del Sud contro le istituzioni calcistiche nel ricordo rumoroso di Graziano, salutato giorni prima con la camera ardente allo stadio. A tre giornate dalla fine, la tensione sale e l’ultimo scontro diretto è al Bentegodi contro un Verona che si è costruito la permanenza in A su colpi ben assestati contro le grandi. Krstovic arrotonda la doppia cifra di prepotenza in area e prima della pausa il colpo di testa di Coppola trova impreparati Falcone e la difesa ancora una volta alla prima occasione. Tensione e paura governano poi la seconda frazione.

A 180’ dalla fine impazzano calcoli, concatenazioni di obiettivi e letture in ogni salsa. Il dato di fatto è che il Lecce non vince in casa da dicembre e l’ultima partita al Via del Mare prima dei lavori che ne cambieranno la veste per i Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026 è contro il Torino sì in vacanza, ma spinto sempre da orgoglio nelle partite contro il Lecce che più di una volta sono state amare. In 36 partite il Lecce non ha mai beneficiato di un gol proveniente dal centrocampo. Il finale del film del campionato è il più prorompente, entusiasmante, una fuga per la vittoria di una squadra ferita e con una cicatrice indelebile causata dall’amico che non potrà più esultare insieme. L’albanese Ramadani esplode il destro che batte il serbo Milinkovic-Savic. L’abbraccio con Giampaolo è l’incontro di due artefici del miracolo-salvezza che si sono saputi ritrovare dopo uno scontro e un rapporto inizialmente difficile. C’è chi aveva anche dimenticato come si esultasse con così tanto trasporto. 1-0. Il Lecce è ancora vivo. Si decide tutto a Roma contro la Lazio di Baroni che potrebbe accedere anche alla Champions League.

Lazio-Lecce 0-1 è l’epica dello sport applicata alla passione per questi colori. Trasferta vietata e poi aperta grazie al lavoro sulla scrivania del presidente e degli illustri tifosi giallorossi in Parlamento, apnea sportiva e preparazione al Mancini Park di Roma, quartier generale del Lecce nei momenti più critici come nella volata per la promozione in B del 2018. Il gol di Coulibaly su recupero alto, le 8 parate fondamentali di Falcone, le murate di Gallo e le spazzate di Gaspar sono l’imponderabile che diventa realtà con la forza di dare tutto ciò che si ha. L’espulsione, l’ennesima ingiusta, di Pierotti avrebbe reso un incubo anche il peggior sogno. Il Lecce si può davvero salvare, l’impressione della “fattibilità” dell’opera arriva solo nei minuti finali, quando Burnete sostituisce l’esausto Krstovic. Il romeno lotta dando il suo piccolo ma indimenticabile contributo, causa l’espulsione di Romagnoli e alla fine non serve neanche guardare i risultati delle altre partite, mossi quasi sempre nella direzione favorevole Il Lecce festeggia il punto più alto della propria storia, terza salvezza di fila. Nell’abbraccio ideale c’è anche Graziano Fiorita, suo malgrado tra i veri protagonisti del cambio di marcia che ha regalato emozioni a un popolo. Il mondo terreno, la tua terra, il tuo Salento, il tuo Lecce non potrà mai finire di ringraziarti.