Di Francesco: “Piaciuto spirito e abnegazione. Contentissimo di chi è entrato”

L'allenatore del Lecce commenta la vittoria con la Juve Stabia in Coppa Italia dalla sala stampa Sergio Vantaggiato dello stadio Via del Mare

Eusebio Di Francesco parte dall’analisi del 2-0 sulla Juve Stabia che ha aperto ufficialmente la sua seconda esperienza al Lecce. Ci sono state due partite, con il secondo tempo in dieci: Mi è piaciuto lo spirito battagliero della squadra, è basilare. Nel primo tempo siamo stati belli con le manovre sulle catene ma poco qualitativi nell’ultimo passaggio. Dovevamo pressarli meglio, faccio i complimenti alla Juve Stabia, hanno un’identità. Noi siamo stati condizionati dall’espulsione ingenua, ma anche lì trovo cose positive. Sono contentissimo di chi è entrato, con lo spirito giusto nel sistema che ho adottato anche un po’ fuori ruolo”.

Il tecnico parla poi della qualità nei minuti di sofferenza del secondo tempo: “Al di là della qualità, c’è stata frenesia nel rinviare palla. Loro erano rapidi e veloci con una condizione migliore della nostra, che siamo più strutturati. Loro erano più brillanti. Potevamo sfruttare meglio le ripartenze ma i cambi ci hanno dato freschezza e capacità di ripartire. Vi assicuro che al di là delle categorie giocare in inferiorità numerica devi avere forza e devi avere prima di tutto spirito e abnegazione. Sappiamo che dobbiamo migliorare, inutile sottolinearlo in questo momento”.

DiFra continua a parlare del centrocampo con la scelta per Helgason rispetto a Berisha per poi spostarsi su altri slot dello scacchiere: Tiago Gabriel ha fatto un’ottima gara, la linea difensiva ha giocato col fuorigioco perché è stata compatta, ci siamo abbassati il meglio possibile. Helgason? Nei 10 minuti del secondo tempo non si può analizzare, ho messo Morente per gestire situazioni esterne. Helgason e Berisha sono i giocatori di qualità che abbiamo. Dall’altra parte ci sono Kaba e Coulibaly, hanno più forza negli spazi. Valuto quello che vedo, non era il caso di mettere Berisha, si sarebbe trovato in situazioni scomode e abbiamo operato un cambio diverso”.

Il 4-4-1 dopo l’espulsione di Banda diventava 4-2-3 in fase di possesso: “Manca sempre un uomo, è una soluzione d’emergenza. Il calcio è dinamico, non ci dobbiamo fermare sui numeri. Le caratteristiche sono dei centrocampisti, sono sempre tre e verranno utilizzati in base alle contingenze. Abbiamo fatto degli allenamenti sull’inferiorità numerica e ce li siamo ritrovati. Nelle dinamiche di gioco capita di doverti difendere a due. Fare valutazioni su oggi, quando ci difendevamo a cinque o sei, è difficile. Loro giocavano in ampiezza e dovevamo giocare sugli esterni. In caso di parità avrei tenuto un altro attaccante dentro”.

In conclusione, il tecnico parla di altri aspetti: “Io parlo dei calciatori che alleno e sono contento. L’organico non è a posto, a maggior ragione in caso di partenze. Ora abbiamo due ottimi attaccanti, uno giovane e uno esperto. Se avessimo messo un ragazzino non pronto non avremmo visto le azioni fatte da Camarda. Lui è giocatore, ha gestito la palla e servito il compagno. Il direttore migliorerà questa squadra, non lo devo dire io. Il Lecce per salvarsi deve avere questo spirito prima della qualità, e ve lo dico io che amo il gioco di qualità. La gente deve essere orgogliosa dell’atteggiamento messo oggi dal Lecce. A Gaspar? Volevo tirargli le trecce, su un’azione ha commesso un errore di chiamata, se io mi devo rivolgere a qualcuno in campo parlo con lui, ha personalità ed esperienza”.

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