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Sesa: “Lecce dava un’adrenalina pazzesca. Gotti per dare tranquillità e compattezza”

L’ex punta del Lecce ha realizzato un’intervista con NewsSuperscommesse per parlare della sua carriera e dell’attualità della squadra giallorossa

David Sesa ha parlato del Lecce, dove da calciatore ha festeggiato una promozione e una salvezza, esprimendo la sua fiducia anche per la formazione affidata oggi a Luca Gotti. Lo svizzero volle fortemente approdare in Serie A e dopo le reti con il Servette fu il Lecce ad aprirgli la porta: “Rimasi affascinato dall’offerta e dal pensiero di giocare in uno degli scenari calcistici più belli. Il calcio italiano negli anni 2000 era uno dei più ambiti, con tanti calciatori di altissimo livello e tra i migliori al Mondo. Anche la Serie B era molto competitiva e difficile. Fu una soddisfazione fantastica ottenere la promozione in Serie A al mio primo anno con il Lecce. Imparai tantissimo da quella esperienza e riuscii a ripetermi anche nella stagione successiva, con buoni risultati. Sono stati due anni indimenticabili, in una città calorosissima che regalava un’adrenalina pazzesca”.

Il deus ex machina della trattativa fu Pantaleo Corvino, agli inizi della sua carriera con il Lecce: “Grande merito di quella squadra fu di chi mi portò a Lecce: Pantaleo Corvino. Arrivai dal Servette proprio grazie a lui, venne a scoprirmi ed ebbe subito fiducia in me. E’ stato ed è tutt’ora un simbolo del calcio italiano, sempre aggiornatissimo sui campionati “minori”, con un’abilità eccezionale nel fare scouting e di valorizzare chiunque riuscisse ad acquistare. Lo ha dimostrato anche all’epoca in cui era alla Fiorentina e al Bologna. Resta un maestro”.

Sesa racconta poi le sue impressioni sul Lecce di quest’anno. Il bottino iniziale agli ordini di D’Aversa è stato fondamentale. Gotti, successore del tecnico pescarese esonerato dopo il brutto gesto al termine della sconfitta contro il Verona: “Il Lecce era partito molto bene, regalando l’illusione che si potesse ambire a un obiettivo diverso dalla semplice permanenza in Serie A. Invece, proprio perché la Serie A resta sempre un campionato lungo e difficile, i valori della squadra sono venuti fuori con il trascorrere delle giornate. Non mi meraviglia che sia ancora in piena lotta per conquistarsi la salvezza e credo che la società fosse consapevole che l’obiettivo era questo. L’ultima gara giocata a Salerno ha regalato una vittoria importantissima, con tre punti che hanno ridato morale a un gruppo che si sentiva in pericolo dopo la sconfitta in casa contro il Verona. Tutti sanno che non è affatto finita ma sono certo che la squadra tornerà quella della prima parte di campionato”.

L’ex attaccante è fiducioso sull’operato del nuovo allenatore ed elogia il collettivo: “Tra i più rappresentativi? Citerei Wladimiro Falcone, perché è stato decisivo in diverse occasioni con le sue parate e ha trasmesso tanta sicurezza, in particolare ai compagni del reparto difensivo. A parte le individualità, ritengo che la vera forza di questo Lecce sia nel collettivo. Non si può pensare di raggiungere i risultati affidandosi alle abilità del singolo calciatore. L’arrivo di Luca Gotti darà ancora più compattezza, oltre che la tranquillità per risollevarsi e tenersi distante dalle posizioni pericolose. Questo club ha tutto per restare in Serie A, anche a lungo.

In carriera, Sesa non è riuscito a replicare quanto di buono fatto a Lecce al Napoli, dove ha giocato dal 2000 al 2004: “Napoli è una città unica, particolare in tutto. L’ho trovata bellissima, sin dal primo giorno in cui approdai. La squadra di calcio è il simbolo di questa città che, però, è sempre molto esigente. All’epoca, non fui molto fortunato a far parte di una società che viveva una situazione molto difficile. C’erano diverse tensioni anche di natura tecnica, con cambi di allenatori e di calciatori che crearono confusione e discontinuità. Al mio primo anno, il club era stato promosso dalla Serie B e le aspettative erano molto alte, anche perché furono fatti investimenti importanti che portarono all’arrivo di calciatori di qualità, quali Salvatore Fresi, Francesco MorieroEdmundo e tanti altri, oltre che di un allenatore di carisma come Zdenek Zeman. Pur disponendo di nomi di livello, le aspettative furono deluse ampiamente ma ci furono diversi fattori che fecero andare male quegli anni. Non resi come a Lecce, è vero, ma sentivo il peso di un clima societario che peggiorava di continuo: difatti, quel club fallì proprio nel mio ultimo anno a Napoli. Purtroppo, dentro di me non volevo affatto che andasse così ma porterò per sempre un bellissimo ricordo. Nonostante ciò, sono stati anni molto formativi per la mia persona”.

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Luca
Luca
1 mese fa

Talemto cristallino!

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