Marco Calderoni è rimasto legato al Salento. Durante gli anni in maglia giallorossa è nata la scelta di tornare a vivere qui: “A 35 anni ho girato un po’ di città, di società, di persone ne ho viste veramente tante. La mia famiglia mi ha sempre seguito. Qui nel Salento, a Lecce, ho avuto un rapporto molto particolare con questa terra. Mi son sentito a casa. Qui abbiamo tanti amici, tante persone su cui sono sicuro di poter contare nei momenti di bisogno e quindi con la mia famiglia abbiamo deciso di stare qui. Poi adesso comunque non sono più un giovanotto, quindi non mi va di spostare tutta la famiglia, dovrei spostarmi da solo ed è difficile comunque stare lontano dalla propria famiglia. Con la mia famiglia abbiamo deciso di vivere in questa bella terra”.
Il difensore nato a Latisana ricorda anche i suoi inizi di carriera fino all’esordio con il Piacenza di Stefano Pioli: “All’inizio è stato difficile, soprattutto nel ritiro. Arrivavo dalla Primavera con altri due ragazzi del settore giovanile e facevamo fatica a tenere i ritmi di quelli più grandi, infatti il mister certe volte dava a noi più piccoli mezza giornata libera per recuperare. Il mister mi ha dato tanto perché è stata comunque una prima esperienza tra i grandi. Con noi giovani lavorava anche dopo l’allenamento, ci spiegava anche la tattica in più. Era molto disponibile ad aiutarti a crescere e questo mi ha aiutato tanto”.
A Lecce, Calderoni ha dato il massimo di sé nella gestione di Fabio Liverani: “L’allenatore che mi ha fatto crescere tanto e che è riuscito a tirare fuori il meglio di me è stato Liverani negli anni a Lecce. Non sono riuscito a ripetere le stagioni che ho fatto con lui. Aveva un metodo molto particolare come allenatore, però riusciva a tirare fuori il meglio. Gli anni in B e in A a Lecce con lui son state le migliori stagioni che ho fatto”.
Marco Calderoni è, ad oggi, l’ultimo calciatore del Lecce capace di far gol al Milan al Meazza. Il suo 2-2 nei minuti di recupero regalò ai tifosi salentini una grande gioia: “Quel gol ha chiuso il cerchio. Per Pioli era la prima partita in panchina al Milan. Ho dato a lui un dispiacere e a me una gioia incredibile. Ormai il Lecce è una società consolidata per la serie A, all’inizio ha avuto subito due scontri veramente difficili però lo vedo molto in crescita. Rebic è un attaccante che può star vicino a Krstovic e può farlo crescere”.
Il classe 1989 vorrà rimanere nel mondo del calcio una volta appesi gli scarpini al chiodo: “La settimana prossima mi laureo in scienze motorie. Vorrei fare anche il patentino UEFA B, ma aspetto a farlo appena smetto. Bisogna pensare a delle soluzioni per trovarsi poi pronti una volta finito perché dopo la vita cambia e bisogna evitare contraccolpi. Troverò la mia strada”.