Tutto deve cambiare perché nulla cambi diceva Tomasi da Lampedusa, riferendosi probabilmente alla lotta salvezza in Serie A 2024/25. Da agosto ad oggi infatti la classifica si è mossa, tra colpi con le big e tanti scontri diretti, ma anche dopo questo sedicesimo turno c’è una chiara evidenza che risponde al concetto di equilibrio. Un equilibrio che tende davvero a volersi prolungare nel tempo.
Le uniche al momento leggermente attardate, ma comunque a -5 dal gruppone delle prime “salve” sono infatti Venezia, che però ha raccolto un pari prestigioso in casa Juventus, e Monza, reduce dal ko di Lecce. I giallorossi si confermano re degli scontri diretti, da quali sono arrivati di fatto 15 dei 16 punti totali (mettendoci in mezzo oramai anche il Toro che fatica da tempo a ri-sganciarsi).
Nonostante questo score clamorosamente positivo i salentini non sono riusciti a mettere ad oggi più di due punti tra sé e la zona pericolo, questo per la poca confidenza con le sfide alle squadre di caratura superiore e per il fatto che, al contrario, molte delle rivali sono avvezze a raid imprevisti. Si veda nell’ultimo turno il Como, che ha dominato la Roma superandola per 2-0 e tenendola pericolosamente a +2 sulla zona rossa. E poi, oltre al già citato Venezia, anche il Genoa, che ha rovinato la festa dei 125 anni al Milan imponendo lo 0-0 a San Siro. Senza dimenticare un Cagliari al quale solo Zaniolo nel finale ha negato un punto con la capolista Atalanta.
Oltre al Lecce, i colpi più pesanti li hanno messi a segno il Torino, vittorioso a Empoli in un match fondamentale per non farsi trascinare troppo in basso, e il Verona. Gli scaligeri hanno espugnato Parma salvando in extremis la panchina di Zanetti e, come il Como, tirandosi via dal terz’ultimo posto. Nessuna certezza, dunque. O forse solo una: con una lotta salvezza così stare tranquilli sarebbe l’errore più grave.