L’accertamento che ha portato alla multa per le fatture false del 2014 si è proiettato anche nel triennio 2011-2013, in cui vi sarebbero violazioni simili.
Non accenna a placarsi la tempesta-violazioni fiscali che da un paio di giorni si è abbattuta sul Lecce. Nelle ultime ore aveva tenuto banco la multa di 600mila euro comminata a Via Costadura per una serie di fatture false emesse dalla gestione Tesoro del 2014.
Secondo quanto riporta quest’oggi il Nuovo Quotidiano di Puglia, la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate non sarebbe finita solo sulla mini era della famiglia barese. Nell’occhio del ciclone, infatti, anche la precedente proprietà Semeraro.
La situazione sopra descritta è raccolta nero su bianco all’interno della notifica arrivata presso la sede del Lecce lo scorso 27 maggio. Oggetto e modalità delle infrazioni firmate Giovanni Semeraro e figli sarebbero simili a quelli che hanno alla multa “firmata” Tesoro.
Si tratterebbe di giri di denaro verso il Nord d’Italia e verso la Romania che, come scrive l’AE, sarebbero stati contabilizzati con il solo scopo di ridurre il debito IVA della società giallorossa. Anche qui fatture false per evadere, in pratica.
Il tutto già riscontrato e messo in cartella dal Fisco. Nella multa comminata e divenuta ieri di dominio pubblico, infatti, si legge di una recidività da parte del Lecce. Segno lampante di come gli stessi illeciti commessi dai Tesoro sarebbero stati iterati nel periodo antecedente. Il sodalizio giallorosso non corre altri pericoli, dunque, ma di certo quanto accaduto rappresenta una macchia per le gestioni in colpite da tale procedimento fiscale.