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Liverani a Sportitalia: “Sabato è uno spartiacque. Le voci non mi distolgono dall’obiettivo”

Il tecnico giallorosso è intervenuto in diretta a SI Mercato. Tantissimi argomenti tra presente, passato e futuro.

LECCE MIRACOLO? NO GRANDE PROGETTO. “Io credo che questo percorso sia iniziato con la crescita di staff tecnico, dirigenziali e calciatori che si evolvono. Era impossibile uscire dal pantano della C. In B abbiamo cambiato calcio, giocatori…Ci è voluto un po’ di tempo per incidere e fare un certo tipo di calcio. Non stando sotto i riflettori molti ci hanno pian piano creduto al miracolo di andare in A”.

E POI IN PARADISO. “La Serie A è da fare con attenzione. Economicamente sappiamo le difficoltà, parte degli introiti sono stati destinati al Via del Mare, per riadattarlo alla categoria. Abbiamo cercato di compensare con le idee e non con i soldi. Il gruppo che era qui ha lavorato alla grande fino a ottobre, novembre. Abbiamo pagato molto l’allenarci con 11-12 giocatori perdendo scontri diretti.”

MERCATO DI GENNAIO. “La società mi ha accontentato, seguendo anche le indicazioni del d.s. Le pecche erano numeriche, oltre che qualitative. Allenarsi in 18-19 alza la competizione quotidianamente, la maglia non si conquista automaticamente come era prima e il risultato porta a prestazioni come Napoli. Lì Rino ha rimesso a posto dei cocci e gli vanno resi dei meriti. La vittoria del Napoli di oggi, maturata in casa dell’Inter, dà valore ancor di più a ciò che abbiamo fatto noi domenica”.

FUTURO ALTROVE? “Il tecnico è al centro di tante voci. Fiorentina, Sassuolo e altre compagini di A seguono il mister: “Le voci fanno piacere. Questo è un mondo che conosco bene. Il telefonino squilla quando vado bene. Il tutto non mi distoglie dall’obiettivo che ho da quando ho iniziato il lavoro. Una delle mie forze, da sempre, è stato l’equilibrio. Lazio e Roma? Mi avete venduto da tutte le parti, ma non dimenticatevi che ho un contratto fino al 2022”.

L’IMPRESA CON LA TERNANA. “Credo che è stata il motore della ripartenza. La scelta di Terni nacque a marzo in una domenica all’ora di pranzo. Mi chiamò Mirabelli e tramite Alessandro Moggi mi si chiedeva di arrivare penultimi. Ero il terzo o il quarto allenatore. Tredici partite senza pensare al contratto, chiesi solo vitto e alloggio. Credevo in quelle persone. Ebbi fortuna e bravura di avere una squadra adatta alle mie idee. Sul campo feci qualcosa di impensabile. Media di 2 punti e salvezza raggiunta senza i playout. Un miracolo calcistico dove io e lo staff abbiamo inciso veramente tanto. Abbiamo fatto cinque settimane di ritiro, è stato quello il rilancio all’esterno, che ha dato ovviamente tanto a me”.

SETTIMANA PRE SPAL. “Ci prepariamo per una partita importante. Il ritorno ci permette di avere in certi momenti delle gare spartiacque. Non è una gara definitiva ma ha un valore alto. Incontriamo una squadra sotto di noi e possiamo dare segnali. Il cambio di allenatore crea qualche problematica nello studio, è più difficile prevedere le idee di Di Biagio. La cosa principale sarebbe di concentrarci su noi stessi. Da domani andiamo in ritiro per concentrarci noi tutti”.

JUVENTUS. “Avevano tanti giocatori per un tipo di calcio diverso. Il centrocampo della Juve è diverso dal reparto che Sarri aveva a Napoli. Sono due scelte diverse con caratteristiche diverse: Khedira, Can, Rabiot non sono centrocampisti di palleggio, come quelli che aveva Sarri a Napoli. L’allenatore al San Paolo applicava una diversa filosofia. Lì applicava un’idea diversa. Ci sono due strutture ‘genetiche’ diverse. Poi, Demiral, Khedira e Chiellini sono perdite importanti. Quando perdi pezzi importanti nel calcio che vuoi proporre, pesano…”

BARAK E SAPONARA A LECCE. “Barak è forte ed era all’interno del progetto Udinese. Non aveva spazio in una squadra che andava forte con Fofana e De Paul (più altri come Mandragora, Jajalo e Wallace) mezzali. Saponara aveva un discorso diverso. Ha giocato da mezzala nel 352 e a livello mentale non si dava una spiegazione. Ricky sa fare tutto sin dai tempi di Empoli e non poteva dimenticare come si gioca a calcio. Gli serviva un ambiente dove stare sereno e esprimersi. In Serie A il Lecce non poteva permettersi giocatori al massimo della possibilità”.  

LA LAZIO DA SCUDETTO. “Il lavoro di Tare e Simone Inzaghi è sotto gli occhi di tutti. C’è continuità di gruppo, snellezza nelle decisioni. Gli auguro di togliersi delle soddisfazioni. Inizialmente non mi aspettavo queste grandi ambizioni”. 

 

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