La vittoria sulla Spal è l’emblema del momento dei giallorossi che, pur privati causa infortuni della “fantasia”, si prendono con vigore e voglia tre punti fondamentali.
Negli ultimi mesi il Lecce di Liverani era stato accusato, non del tutto a torto, di essere una squadra quasi svuotata, senz’anima. Questo era stato il risultato, abbastanza fisiologico ed ammesso dallo stesso tecnico, del calo di energie registrato a fine 2019 dopo tanti sforzi anche oltre le proprie possibilità. Con l’arrivo di forze fresche l’animo al tempo stesso battagliero e coraggioso palla al piede dei giallorossi è stato ritrovato, con annessi risultati.
Come se ci fosse il bisogno di conferme, le tre vittorie di fila, e soprattutto il fondamentale successo di ieri con la Spal, hanno dimostrato che il “segreto” di questa squadra sta nella forza del gruppo. Non che Liverani e il suo gioco non puntino nel valorizzare le qualità del singolo, ma è chiaro che il Lecce, rispetto anche alle dirette concorrenti, non ha l’elemento di spicco a cui affidare le chiavi della fantasia, dovendo invece puntare sugli oleati meccanismi del collettivo.
E ieri, quando ad un certo punto un undici già senza Farias e Babacar, si è dovuto privare anche di Saponara e Falco, ce n’è stata la massima prova. Non è un caso che a regalare i tre punti siano stati un operaio come Majer e un “falso 10” come Mancosu, tra le linee più per creare scompiglio tattico che giocate da fantasista.
E la svolta nel momento di difficoltà è stata proprio lì: capire che non potevano essere i singoli, come spesso avvenuto in passato (vedi Falco vs Genoa) a portare la sterzata. Ma una squadra come il Lecce doveva, deve e dovrà puntare tutto sulla coralità, sulla fame di punti, sulla grinta. Il tutto, chiaramente, finalizzato ad esprimere il proprio gioco. Che non è quello dell’undici catenacciaro, e lo abbiamo visto nelle tre vittorie infilate.
I nuovi innesti, Barak e Saponara su tutti, hanno fatto salire la qualità globale in modo netto. E questo è sicuramente un fattore importante, ma non è tutto. Per il dispendioso gioco di Liverani, infatti, sacrificio è la parola d’ordine. Lo sa Falco, spesso e volentieri arretrato a dar man forte ai terzini. Lo si è visto nello splendido Saponara versione napoletana, sempre propenso ad aiutare nel mezzo. Per Barak, manco a dirlo, la lotta è caratteristica innata.
Questo può essere un punto di forza non da poco, una consapevolezza in grado di lanciare ulteriormente le quotazioni giallorosse. Il Lecce, a differenza di altri, ha a lungo (e non certo volentieri), dovuto rinunciare ai suoi pezzi pregiati. Importanti sì, ma senza i quali le prestazioni non sono pressoché mai mancate. Perché quando la forza è nell’anima della squadra, per un allenatore la ricerca dei punti è strada sì in salita, ma alla portata.
Sabato contro la spal mancavano 7 8 giocatori titolari quindi merito al gruppo, poi aggiungo il grande presidente che scende negli spogliatoi abbracciare tutti i giocatori.
infatti..il gruppo è fondamentale….
il gruppo coeso è la chiave di ogni successo