Il tecnico giallorosso parla alla Gazzetta dello Sport e sogna la ripartenza del campionato per completare l’opera iniziata in estate.
RIPARTENZA. “Come tutti. Anche se non basteranno due settimane per tornare al top dopo una pausa così lunga. E’ in arrivo il caldo. Sono tante le incognite”.
COVID-19. “Io dico che prima di ripartire sarà bene che tutte le squadre si sottopongano ai tamponi. Non entro nelle recenti polemiche ma a Lecce, come in altre città, non sono stai fatti i test: le nome lo vietano. Per tutela generale dobbiamo avere la certezza che l’intera A sia libera da virus. Per tutelare la salute, ma anche per non fermarsi più: Non avremo tanto tempo a disposizione”
TAGLIO STIPENDI. “Ciascuno di noi deve fare la sua parte in questo. momento delicato, quindi non spaventano i sacrifici economici. Attenzione, però,. a tutelare i professionisti delle serie minori. Li i guadagni sono risicati”.
LA PAUSA. “Non è facile allenare il gruppo a distanza, ma ci siamo attrezzati e con il mio staff seguo tutti da casa. Loro sono bravi. In questi giorni ad esempio hanno completato il lavoro di recupero giocatori importanti per noi come Farias, Babacar e Falco. Il loro apporto può essere decisivo per la volata finale”.
RINCORSA. “Nel ritorno abbiamo fatto 10 punti, crediamo. i nuovi hanno dato tanto, ma possono fare meglio: sia Barak che Saponara possono darci un grande aiuto. Credo nella salvezza”.
RICORDI. “A Terni trovai un gruppo spaccato, ma puntando sul loro orgoglio li concisi a centrare l’impresa e in 13 gare facemmo 26 punti e ci salvammo evitando i play out. Una storia davvero emozionante. Poi il Lecce, dove il si non è stato a prima vista. La svolta è arrivata nel secondo incontro con il Presidente Saverio Sticchi Damiani: in quel faccia a faccia ci siamo capiti ed è scoccata la scintilla. E’ nato un rapporto splendido, con tutti. La società è cresciuta tanto in questi anni, anche con l’aiuto della gente. Al mio arrivo c’era tanta paura e l’incubo di restare in C. Poi la gioiosa cavalcata in B. E ora vedo tanta maturità. Siamo compatti.”.
L’ANEDDOTO. “Il destino mi diede un segnale ad debutto a Catanzaro. I nostri tifosi entrarono in ritardo proprio al gol di Lepore, e fu un’esplosione di entusiasmo. Una spinta che non abbiamo mai perso”.
IL TIFO. “Il Via del Mare è sempre pieno e quelle maratone lungo l’Italia fanno il resto. Qui lo spirito d’identità è forte, siamo tutti salentini”.
IL FUTURO. “Non penso alla mia carriera. Ora c’è solo la salvezza. Non ho altro in testa”.
PROBLEMA DIFESA. “Subiamo tante reti, ma siamo anche quelli che segnano di più a fondo classifica. Dobbiamo attaccare per dare il meglio. Le superpotenze della A hanno tecnica e fisico per segnare quando vogliono, magari attaccano solo in tre. Noi invece dobbiamo osare per arrivare al gol. Magari con 4-5 giocatori. Perciò rischiamo, ma ci siamo presi non poche soddisfazioni”.
GOLEADE SUBITE. “Io dico che i miei difensori si divertono. Chiedo loro di prendersi delle responsabilità nell’impostare e più rischi. Ma sanno che. è un sacrificio utile alla squadra”.
IL MODULO. “Lavoriamo per delle idee di gioco che esaltino i singoli. In effetti cambia tanto per noi se gioca Saponara, Mancosu o Falco. Ora come ora è più che altro un 4-3-fantasia, cioè cambia lo schieramento a seconda degli interpreti. L’importante è sorprendere gli avversari”.
ISPIRAZIONE. “A tutti e nessuno. Guardiola è il più innovativo, non lo scopro io. Io rincorro il bel gioco, cercando il meglio dai miei. Sempre con i piedi per terra”·
