Il 3 maggio del 2009 finì 2-2 all’Olimpico di Torino grazie all’inzuccata decisiva in extremis della punta argentina.
Che il Lecce con l’avvento del terzo millennio avesse trovato un rinnovato feeling nel giocare con la squadra con più scudetti in Italia non è un mistero. Già nel 2001 i giallorossi strapparono un fondamentale 1-1 in casa Juventus firmato Conticchio, pari fondamentale in chiave salvezza e che costò alla distanza il titolo ai bianconeri. E poi quell’impresa del 2004 che ha riscritto la storia del club salentino.
Ma la confidenza della compagine leccese, mai intimorito nel domicilio della Signora d’Italia, si è confermata anche in periodo più recente, come dimostrano i due pari nelle ultime 3 gare giocate a Torino. Compreso l’1-1 del 2012, che rende il Lecce unica italiana imbattuta allo Juventus Stadium. E compreso quel pirotecnico 2-2 che, esattamente 11 anni fa, riempì d’orgoglio e di speranze un undici, quello di De Canio, in piena corsa salvezza.
Era il 3 maggio 2009, il Lecce arrivò bisognoso di punti all’Olimpico di Torino. Di fronte la Juve dei Campioni del Mondo in carica Buffon, Camoranesi, Del Piero e Iaquinta, tutti in campo. E poi ancora Nedved e Amauri. Ma Giacomazzi e compagni avevano bisogno di punti, non potevano lasciare nulla per strada. Serviva quantomeno muovere la classifica.
Ma quando hai Konan, bestia nera dei piemontesi, tutto è in discesa. O almeno è sembrato così quando, dopo 11 minuti, il filtrante di Giacomazzi pescò l’ivoriano solo davanti a Buffon, ancora una volta battuto. La Juve reagì prontamente con il palo da fermo di Del Piero, ma poi nulla. Nel primo tempo dominio o quasi del Lecce.
Ai bianconeri serviva il guizzo del campione che arrivò, e doppio, tra 54′ e 66′, ovvero quando Nedved ribaltò la situazione con due bolidi. Ma il Lecce andava a mille, e di perdere quella domenica pomeriggio proprio non se ne parlava. Nemmeno dopo il salvataggio sulla linea di Poulsen su Fabiano o dopo il miracolo di Buffon su Tiribocchi.
Minuto 94, ennesimo assist della partita di Giacomazzi, stavolta un destro a rientrare, guizzo di Castillo e nulla da fare per Buffon. Lo spicchio giallorosso urla e festeggia, come ormai quasi abitudine in casa Juve. L’ennesima prodezza è compiuta. Non bastò per la salvezza, questo il rammarico. Ma l’ennesima pagina di storia scritta da una squadra ormai abituata ad esaltarsi con le big.