L’ex calciatore giallorosso parla a Il Quotidiano di Puglia (intervista di Antonio Imperiale) dei temi inerenti la ripresa della Serie A.
RIPARTENZA. «Possiamo tutelarci solo con una più adeguata prudenza rispetto a quanto si vede in giro. Non so dire se sono felice perché il calcio riparte. Se guardo il calendario di questo incredibile finale mi metto le mani nei capelli. Usciamo da un incubo e speriamo che tutto fili liscio, che non diventi un altro inferno. Ci sarà un tour de force che può ammazzare i calciatori. Si chiede a loro di essere dei robot. Non so quante squadre reggeranno».
STRESS MENTALE. «I periodi intensi delle Coppe noi li vivevamo soprattutto d’inverno. A me, quando stavo fermo per tre-quattro settimane al rientro, costava un po’ di fatica trovare i punti di riferimento. Adesso si viene da più di due mesi senza attività agonistica e si ha bisogno di ritmo e testa da subito, ci si gioca tutto nel pieno dell’estate».
REGOLE DEL PROTOCOLLO. «Penso, per esempio al divieto di sputare. Lo sputo purtroppo per un calciatore è una esigenza fisiologica. E poi, come fai a non esultare se segni un gol? L’abbraccio fa parte della felicità spontanea. Diventa un calcio per psicologi o psicoterapeuti».
NUOVA INTERRUZIONE? «Basta vedere cosa è successo in Scozia dove si è già fatto ricorso alle vie legali».
TIFOSI? «E’ stato il presidente Sticchi Damiani per primo a parlare dell’idea della turnazione degli abbonati. Può essere un punto dal quale muovere, perché questo finale che fa paura abbia anche l’anima autentica del calcio».
MILAN E JUVENTUS. «Si riparte da zero. Può accadere di tutto».