19 gol subiti in 4 partite tra pre e post lockdown sono numeri difficili da digerire, però il Lecce ha il dovere di ripartire in quest’ultima parte di campionato con un calendario infarcito di scontri diretti.
Leggere gli ultimi risultati e vedere le ultime prestazioni dei giallorossi fa quasi rimpiangere la nostalgia e i ricordi belli che rivivevamo senza eventi da raccoltare. Fermiamoci subito. Si scherza. Vedere gare così in cui la banda Liverani è presa a pallate dagli avversari, fa male, e quando si assiste a spettacoli così è fisiologico cercare di ergere un tribunale per comminare le sanzioni a tutti gli imputati. Partiamo da quest’aspetto, che è impossibile da negare, pur sottolineando che, ammettiamocelo, i giallorossi stanno rispettando i pronostici attesi prima della stagione.
ERRORI I. Dare un voto univoco al calciomercato senza l’essenziale verdetto finale del campo è difficile. Ma è innegabile che alcune operazioni abbiano complicato le idee di Liverani, trovatosi a metà ottobre in una situazione simile a quella di oggi, con una rosa ridotta all’osso causa moria di infortuni.
ERRORI II. Il collegamento tra i guai fisici occorsi ai calciatori e il calciomercato, apparentemente non vicino, potrebbe avere un certo grado di correlazione, soprattutto se (fisiologicamente causa bilancio e scelte aziendali che si apprezzano) si punta a una rosa infarcita di scommesse senza nessuna sicurezza. Il top player del Lecce è Liverani e le sue idee, magari non sempre comprese, hanno sopperito a una rosa ad agosto, sulla carta, ben lontana dalla qualità delle concorrenti.
OPINIONI. A controbilanciare il grappolo di criticità, però intervengono degli aspetti positivi. Il Lecce ha un’identità forte, e checché dicano molti addetti ai lavori, se vuole sa come difendersi per porzioni di gara, ma solo per ripartire. Vedasi Inter e Juventus in casa più la mezz’ora di ieri allo Stadium. Un progetto tecnico che già da luglio mirava a “restare a galla sino all’ultima giornata” non può essere già valutato come catastrofico se a dieci giornate dalla fine si è seduti su un treno di squadre che lottano per non retrocedere. (Sempre al momento, sia chiaro) Squadre come il Brescia, atteso da molti da un altro cammino, e la Spal, realtà che si erano ben consolidate, annaspano dietro i 25 punti della banda Liverani.
MA LE ASPETTATIVE. Chi dal Lecce si attendeva un percorso lineare, poco sotto la metà classifica e con costante distacco dalla zona salvezza, è, non dobbiamo nascondercelo, disonesto intellettualmente o, quantomeno, poco vicino alla realtà calcistica della Serie A. Tante volte abbiamo sciorinato i numeri tecnici e finanziari dell’organico giallorosso, comprendendo anche gli erroracci di cui sopra compiuti in sede di mercato. Probabilmente, parte di queste azioni sono state alleviate dalle prestazioni al di là delle aspettative di qualcun altro. Da Gabriel, sì ogni tanto impreciso ma bersagliato in ogni match, a Lapadula, reduce da due stagioni nulle, passando per Calderoni, Falco, Petriccione e Mancosu, esordienti a cui non si possono chiedere miracoli.
CALENDARIO. Torniamo sempre al titolo. Ora comincia un altro campionato. Deve cominciare un altro campionato. Mercoledì al Via del Mare arriverà la Sampdoria per il più classico degli scontri diretti. Il Lecce dovrà invertire il trend, e anche questo fa parte dell’equilibrio di cui al titolo, e dare una spinta secca per scuotere il famoso bottino dei 15 punti necessari per festeggiare quota 40 lunghezze e probabile permanenza in A. Dopo la Sampdoria ci sarà il Sassuolo, e poi la Lazio in casa, unica big di questo filotto di dieci gare sino alla fine.
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L’equilibrio non va di moda, ma ora comincia un altro campionato
19 gol subiti in 4 partite tra pre e post lockdown sono numeri difficili da digerire, però il Lecce ha il dovere di ripartire in quest’ultima parte di campionato con un calendario infarcito di scontri diretti.
Leggere gli ultimi risultati e vedere le ultime prestazioni dei giallorossi fa quasi rimpiangere la nostalgia e i ricordi belli che rivivevamo senza eventi da raccoltare. Fermiamoci subito. Si scherza. Vedere gare così in cui la banda Liverani è presa a pallate dagli avversari, fa male, e quando si assiste a spettacoli così è fisiologico cercare di ergere un tribunale per comminare le sanzioni a tutti gli imputati. Partiamo da quest’aspetto, che è impossibile da negare, pur sottolineando che, ammettiamocelo, i giallorossi stanno rispettando i pronostici attesi prima della stagione.
ERRORI I. Dare un voto univoco al calciomercato senza l’essenziale verdetto finale del campo è difficile. Ma è innegabile che alcune operazioni abbiano complicato le idee di Liverani, trovatosi a metà ottobre in una situazione simile a quella di oggi, con una rosa ridotta all’osso causa moria di infortuni.
ERRORI II. Il collegamento tra i guai fisici occorsi ai calciatori e il calciomercato, apparentemente non vicino, potrebbe avere un certo grado di correlazione, soprattutto se (fisiologicamente causa bilancio e scelte aziendali che si apprezzano) si punta a una rosa infarcita di scommesse senza nessuna sicurezza. Il top player del Lecce è Liverani e le sue idee, magari non sempre comprese, hanno sopperito a una rosa ad agosto, sulla carta, ben lontana dalla qualità delle concorrenti.
OPINIONI. A controbilanciare il grappolo di criticità, però intervengono degli aspetti positivi. Il Lecce ha un’identità forte, e checché dicano molti addetti ai lavori, se vuole sa come difendersi per porzioni di gara, ma solo per ripartire. Vedasi Inter e Juventus in casa più la mezz’ora di ieri allo Stadium. Un progetto tecnico che già da luglio mirava a “restare a galla sino all’ultima giornata” non può essere già valutato come catastrofico se a dieci giornate dalla fine si è seduti su un treno di squadre che lottano per non retrocedere. (Sempre al momento, sia chiaro) Squadre come il Brescia, atteso da molti da un altro cammino, e la Spal, realtà che si erano ben consolidate, annaspano dietro i 25 punti della banda Liverani.
MA LE ASPETTATIVE. Chi dal Lecce si attendeva un percorso lineare, poco sotto la metà classifica e con costante distacco dalla zona salvezza, è, non dobbiamo nascondercelo, disonesto intellettualmente o, quantomeno, poco vicino alla realtà calcistica della Serie A. Tante volte abbiamo sciorinato i numeri tecnici e finanziari dell’organico giallorosso, comprendendo anche gli erroracci di cui sopra compiuti in sede di mercato. Probabilmente, parte di queste azioni sono state alleviate dalle prestazioni al di là delle aspettative di qualcun altro. Da Gabriel, sì ogni tanto impreciso ma bersagliato in ogni match, a Lapadula, reduce da due stagioni nulle, passando per Calderoni, Falco, Petriccione e Mancosu, esordienti a cui non si possono chiedere miracoli.
CALENDARIO. Torniamo sempre al titolo. Ora comincia un altro campionato. Deve cominciare un altro campionato. Mercoledì al Via del Mare arriverà la Sampdoria per il più classico degli scontri diretti. Il Lecce dovrà invertire il trend, e anche questo fa parte dell’equilibrio di cui al titolo, e dare una spinta secca per scuotere il famoso bottino dei 15 punti necessari per festeggiare quota 40 lunghezze e probabile permanenza in A. Dopo la Sampdoria ci sarà il Sassuolo, e poi la Lazio in casa, unica big di questo filotto di dieci gare sino alla fine.
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