Poi rivela un aneddotto: “Ai tempi della C nessuno credeva nella promozione, nemmeno i calciatori: ma nel calcio è importante anche la psicolgia”, ha affermato l’allenatore salentino.
Fabio Liverani è stato ospite del parroco don Alberto Taurino, nell’oratorio della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo (Cavallino), protettore di paracadutisti e dei soldati dalle imprese ardite. Queste le sue parole, raccolte da Il Quotidiano di Puglia.
L’ORATORIO. “Ai miei tempi era il cuore dell’incontro dei ragazzi. Arrivavo in oratorio alle 15.30 e ce ne andavamo quando il parroco chiudeva la porta. Chi ha la possibilità di allenare i più piccoli, ha la responsabilità più grande, che è quella di farli crescere senza creare troppe aspettative, senza troppa tensione”.
MIA ESPERIENZA. “Sono uscito di casa a quindici anni per giocare in un settore giovanile professionistico, ho compiuto tanti sacrifici. Io mi divertivo, non ho mai vissuto il calcio con l’obiettivo di arrivare a certi livelli”.
ANEDDOTO LECCE. “Prima della partita di Reggio Calabria, la squadra era abbattuta, perché eravamo due punti avanti al Catania, ma dovevamo ancora riposare. Tutto il mondo pensava che non avremmo centrato la promozione diretta. Il martedì, durante la solita chiacchierata con la squadra, sento i pareri dei giocatori. E uno di loro mi dice: “Mister, non ce la facciamo. E non ce la faremo ai play off”. Ho lasciato perdere. Poi, poco prima della partita, negli spogliatoi faccio notare che il Catania le deve ancora vincere, le partite. E infatti pareggia con la Juve Stabia e allunghiamo di quattro punti. Questo per dire che anche nel calcio è importante la psicologia”.
[…] QdP – Liverani in oratorio: “Chi allena i più piccoli ha grandi responsabilità” (LEGGI QUI) […]
Bravo Mister
Sono d’accordo con il mister …