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QdP – Di Chiara: “E’ la partita di Babacar: sabato può rilanciarsi”

“Il Lecce affronta i Viola, che sulla carta sono leggermente superiori, in difficoltà sul versante psicologico: mentalmente stanno meglio i giallorossi”, ha affermato l’ex calciatore giallorosso.

Alberto Di Chiara, altro doppio ex di Lecce (1983-86) e Fiorentina (1986-91), parla, a Il Quotidiano di Puglia, di quella che secondo lui sarà la sfida tra i viola e i giallorossi nel prossimo turno di campionato, ricordando infine i suoi trascorsi in entrambe le formazioni.

FIORENTINA-LECCE.È un momento particolarmente delicato. Il Lecce affronta i Viola, che sulla carta sono leggermente superiori, in difficoltà sul versante psicologico. Montella, che la società protegge, ha la piazza contro. Qui pesa il finale della scorsa stagione, il rischio retrocessione sino all’ultima giornata. Commisso ha riportato l’entusiasmo, ha l’idea dello stadio, pensa ad un calcio come una grande impresa produttiva. Qui si vive la preoccupazione per il “caso Chiesa” che i tifosi non vorrebbero perdere. La squadra è stata necessariamente costruita di corsa. È arrivato Ribery, è tornato Castrovilli che Corvino aveva portato nelle giovanili. La sconfitta col Verona ha accentuato i malumori”.

CI ARRIVA MEGLIO IL LECCE.Psicologicamente sta meglio il Lecce che contro il Cagliari ha colto un pari che vale una vittoria. Liverani sta guidando la squadra molto bene, la sta facendo entrare nella mentalità giusta. È un campionato, a parte quattro-cinque grandi, piuttosto livellato. AI Lecce mancano alcuni punti, ma può arrivare tranquillo alla meta grazie ai risultati che sa cogliere in trasferta, un aspetto che preoccupa non poco la Fiorentina. Dovrà rinunciare a Lapadula già in forma, ma Babacar avrà lo stimolo dell’ex. Lo ricordiamo qui come uno che è meglio farlo entrare in corsa. Ha nelle corde la voglia di rilanciarsi a Lecce. Firenze può essere un’occasione importante”.

RICORDI GIALLOROSSI.Mi chiamavano Albertino ed io mi sentivo coccolato. Ero ventenne e mi sentivo un po’ il simbolo di quel Lecce che portammo in A nel 1984-85, prima volta nella storia del calcio salentino. Avevo segnato il gol della vittoria alla prima giornata sul campo della Sambenedettese. Vincemmo 3-1, quasi un presagio. L’inizio e la fine. Un gol al Via del Mare contro il Cagliari, vincemmo per 2-1, e il suggello finale, la rete che valse il pareggio a Monza. Ed arrivammo in paradiso, la serie A con Eugenio Fascetti. Scoprivamo il campionato dei giganti, quello del Napoli di Maradona, del Milan di Sacchi, un calcio bellissimo, ancora genuino. Non ce la facemmo, impresa troppo grande la salvezza. Segnai il mio primo gol in serie A proprio contro la Fiorentina di Agroppi. Era l’87’, il gol del 2-1. Ma quel campionato passò alla storia per lo sgarbo alla Roma, penultima giornata, le togliemmo lo scudetto. Con la Roma, dove ero cresciuto, avevo esordito in A. Vincemmo 3-2, segnai un gol, Barbas fece doppietta. Io e mio fratello tornammo a casa scornati. Era la Roma di Eriksson che mi sarei trovato poi a Firenze Appena mi vide mi disse “Sapessi quanti capelli mi hai fatto perdere”. Ci facemmo una risata”.

LECCE COME TRAMPOLINO.Ero solito dire che Lecce era la Firenze del Sud. I fiorentini lo sapevano e mi dissero: benvenuto a Firenze, la Lecce del Nord. A Lecce avevo acquisito la consapevolezza di essere un giocatore vero. Jurlano ci caricava: “vi darei il mio sangue ci diceva per vince re questa partita”. Eugenio Fascetti fu l’artefice di stagioni indelebili. Per me avere come compagno di squadra mio fratello Stefano, era importante. I compagni li ricordo ad uno ad uno, tutti fantastici. Con Barbas e Pasculli c’era un Causio di fine carriera, vi si affacciavano Conte e Garzya. Lecce fu il mio trampolino di lancio”.

FIORENTINA.Con la Fiorentina ho vissuto cinque stagioni e lì ha preso il via la mia metamorfosi calcistica. Lazaroni mi reimpostò come terzino fluidificante, il nuovo ruolo che Nevio Scala consolidò nel Parma dei tempi d’oro: vincemmo Coppa Italia, Coppa delle Coppe, Supercoppe Uefa e Coppa Uefa”.

LA QUOTIDIANITA’.Firenze ora è casa mia. Ci vivo da padre felice, di Alessandro, 22 anni, e Allegra, 27. Io sono diventato giornalista, ho una società di Eventi, faccio televisione. In società con il costruttore Romandello abbiamo lo Scandicci in serie D ed una scuola calcio con 400 allievi”.

 

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4 anni fa

Mitico Albertino vera bandiera del nostro. Lecce sei sempre il benvenuto nel nostro Salento complimenti. Alberto sei sempre nel nostro cuore

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4 anni fa

Se regge 30 minuti è pure troppo!

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4 anni fa

La Mantia tutta la vita

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4 anni fa

UN GRANDE ALBERTINO CUORE ?❤?❤?❤?❤?❤

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